AgenPress. La vera sfida per i prossimi anni è la sostenibilità . Lo ha sostenuto con forza il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel suo intervento al pre summit dell’Onu sui sistemi alimentari. Occorre saper produrre di più- ha detto – e dare risposte allo spreco del cibo perché oggi nel mondo il 40% non arriva ai cittadini. Per Prandini occorre valorizzare i cibi sostenibili rompendo quel meccanismo che porta a scartare i prodotti sulla base di una classificazione che premia l’aspetto estetico e penalizza quelli più genuini.
Vogliamo valorizzare il cibo locale, perché è cultura. Abbiamo difficoltà – ha spiegato – a far passare a Bruxelles il principio che una corretta informazione in etichetta per quando riguarda l’origine non è finalizzata a valorizzare quello che si produce nel proprio Paese, ma è parte della storia, della cultura, della tradizione ed è giusto che i cittadini sappiano ciò che acquistano. L’obiettivo è dare la possibilità ai consumatori di fare scelte consapevoli legate al sistema produttivo. Per questo Pradini ha sostenuto la necessità di comunicare sulle confezione dei cibi anche la sostenibilità , fuori dalla demagogia su quello che fa bene e che fa male.
E un esempio è rappresentato dalla zootecnia un modello di circolarità , valorizzazione energetica e riutilizzo degli scarti. A proposito della zootecnia il presidente della Coldiretti ha espresso forte preoccupazione per l’attenzione crescente nei confronti dei cibi sintetici: “non sappiamo quale sarà nel medio lungo termine la ricaduta sulla salute dei cittadini”.
Ed è allarme anche sulle etichette ingannevoli. Sono questi i punti chiave del modello che l’agricoltura italiana ha intrapreso, che la Coldiretti ha messo in campo con la creazione di un meccanismo di prossimità . La Coldiretti non è solo la più importante organizzazione di rappresentanza nella Ue, ma è riuscita anche a imprimere una svolta storica creando un collegamento diretto tra gli agricoltori e i cittadini e invertendo così il meccanismo di valutazione dell’agricoltura. Oggi grazie alla nuova strategia portata avanti dalla Coldiretti l’elemento forte è il valore dell’agricoltura dalla quale si genera lungo la filiera allargata un fatturato di 530 miliardi con circa 4 milioni di occupati.
Il G20 ha riportato il cibo al centro delle scelte che saranno fatte a livello mondiale per una distribuzione del valore diversa e che ponga fine al paradosso che chi produce cibo non ha cibo. E quanto avviene oggi in gran parte del mondo. La Coldiretti vuole portare il suo contributo. Ha creato filiere in cui c’è una stretta collaborazione tra agricoltori, cooperazione, industria e distribuzione per garantire così una equa distribuzione del valore. “Con le nostre filiere investiamo in innovazione e sostenibilità ”.
E in questa nuova politica rientrano a pieno titolo i farmers market un grande strumento su cui Coldiretti ha investito molto per una piena valorizzazione dell’agricoltura fatta dalle famiglie coltivatrici. E’ un modello economico, uno strumento culturale finalizzato anche a “piegare” la grande distribuzione convincendola a valorizzare la produzione locale e l’economia territoriale. E’ questa infatti la base per valorizzare l’ambiente e tutelare la biodiversità “ che per noi – ha sottolineato Prandini – è un grande patrimonio da custodire”.