Regno Unito. Aumentano i casi di contagio: 11mila in 24 ore. Preoccupa variante delta

AgenPress – Prosegue il rimbalzo dei contagi da Covid alimentato nel Regno Unito dalla variante Delta, importata dall’India. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 11.007 nuovi contagi, picco giornaliero dal 19 febbraio scorso, su 1,1 milione di tamponi. Ieri i contagi erano 9.005 e 7.393 una settimana fa. Resta per ora più contenuto – grazie all’effetto dei vaccini – l’aumento dei morti, 19 oggi contro i 9 di ieri, e dei ricoveri in ospedale, il cui totale è ora di 1.227. Gli esperti rimangono però inquieti e predicano cautela, anche se le dosi di vaccino inoculate sfiorano ora quota 73 milioni.

Oggi nel Regno Unito sono state vaccinate con la prima dose altre 195.565 persone per un totale di 42.216.654, 80,1% della popolazione adulta nazionale con una somministrazione. I totalmente vaccinati sono 30.675.207 (58,2%). Da venerdì tutti coloro che hanno più di 18 anni potranno vaccinarsi.

Proprio a causa dell’allerta legata alla variante delta, il governo di Boris Johnson ha annunciato questa settimana il rinvio dal 21 giugno al 19 luglio dell’uscita del paese dalle ultime restrizioni del lockdown, confidando che un’ulteriore avanzata sul fronte delle vaccinazioni – con l’incremento entro il 19 luglio dei richiami fino a oltre due terzi della popolazione e l’estensione della somministrazione di massa delle prime dosi ai giovani – possa contribuire a spezzare più radicalmente il legame fra nuovi contagi e casi gravi.

Il professor Chris Whitty, chief medical officer dell’Inghilterra e consigliere di punta dell’esecutivo britannico, ha del resto avvertito oggi che il covid non è comunque destinato a essere sconfitto del tutto in tempi brevi.

E che una nuova ondata va considerata probabile fra l’autunno e l’inverno prossimo – nel regno unito come altrove – a causa sia della capacità di mutare di questo specifico virus sia della generale tendenza dei virus respiratori a diffondersi maggiormente nelle stagioni fredde. Lo stesso Johnson ha da parte sua sottolineato nei giorni scorsi come, secondo il parere prevalente nella comunità medico-scientifica, occorre prepararsi a “convivere” a lungo termine con il coronavirus, sebbene l’adeguamento progressivo dei vaccini alle diverse varianti sia destinato nelle attese a limitarne l’impatto.

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