Relazione Dia. La criminalità cinese in Italia. Droga, prostituzione, giochi d’azzardo

AgenPress – La criminalità cinese occupa una posizione di rilievo tra quelle di matrice etnica in Italia per la quale la Corte di Cassazione ha da tempo sancito la mafiosità delle condotte.

E’ presente in particolare in Toscana (soprattutto a Prato e Firenze con propaggini nella provincia di Pistoia), Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e nel Lazio, ove insistono anche le comunità cinesi più numerose.  È in tali contesti sociali che vengono avviate attività commerciali di vario genere, come i laboratori di confezionamento di capi di abbigliamento e ristoranti tipici, che diventano spesso luoghi dove connazionali –
ma anche altri lavoratori stranieri – vengono costretti a lavorare in assenza dei requisiti minimi di sicurezza e di tutela igienico sanitaria e previdenziale.

Oltre allo sfruttamento lavorativo, i settori criminali d’interesse sono, la contraffazione dei marchi, le estorsioni e le rapine – quasi esclusivamente nell’ambito della comunità etnica – lo sfruttamento della prostituzione di giovani connazionali, i reati finanziari, le attività illecite di money transfer, lo spaccio di cristalli di metanfetamina (trattata in regime di sostanziale monopolio), nonché il traffico illecito di rifiuti. Occasionalmente si rileva, nella
gestione della prostituzione, nella commissione di reati finanziari e nel traffico di rifiuti la costituzione di sodalizi multietnici o la realizzazione di accordi con organizzazioni criminali italiane.
In rapida crescita risultano le attività di import-export con la Cina ed il settore dei servizi alla persona, quali parrucchieri, centri estetici e centri massaggi. Attività, quest’ultime, dove, in più occasioni, sono stati scoperti giri di prostituzione di connazionali vittime di tratta.
La criminalità cinese è costituita da modelli delinquenziali gerarchicamente strutturati ed è incentrata su relazioni familiari e solidaristiche: essa è caratterizzata dalla c.d. “Guanxi”, una rete assistenzialistica che assicura favori e servizi agli appartenenti alla comunità cinese. Proprio la partecipazione ad interessi collettivi genera nella comunità etnica un senso di appartenenza, che tende ad accrescere il livello di omertà nel caso di attività illegali, contribuendo alla realizzazione di un modello di comportamento assimilabile a quello di tipo mafioso.

I settori illeciti in cui operano sono – oltre alle estorsioni e alle rapine, realizzati quasi esclusivamente nell’ambito della comunità etnica – la contraffazione di prodotti commerciali, il favoreggiamento dell’immigrazione
clandestina e la falsificazione di documenti finalizzati alla tratta, al lavoro nero ed alla prostituzione (attività di sfruttamento praticata principalmente all’interno di centri estetici ed in abitazioni), il traffico e lo spaccio di cristalli di metanfetamina (in regime di sostanziale monopolio), i reati finanziari e le illecite movimentazioni di denaro, fino al traffico illecito di rifiuti.

La movimentazione transnazionale di denaro provento delle attività illecite assume un ruolo fondamentale nell’economia criminale cinese. Tuttavia l’analisi dimostra che le rimesse di denaro verso l’estero da parte delle comunità cinesi in Italia stanno subendo una progressiva, forte diminuzione. Ciò potrebbe essere indicativo dell’utilizzo di canali di trasferimento alternativi, non tracciabili, quali i circuiti delle monete virtuali, delle chat,
delle app telefoniche e delle carte prepagate, ma anche mezzi più semplici, come i “trasportatori di valuta” (c.d. spalloni).

Va inoltre evidenziato che il gioco d’azzardo, ed in particolare modo quello delle slot machines, verrebbe utilizzato come sistema per riciclare del denaro contante ottenuto illecitamente.  Per quanto riguarda gli stupefacenti, come accennato, i gruppi operano in regime di sostanziale monopolio nel traffico e nello spaccio dello shaboo, una droga sintetica molto diffusa tra i giovani cinesi, che viene talvolta ceduta anche a pusher di altre nazionalità, in particolare filippini ed africani.

Per quanto riguarda lo sfruttamento della prostituzione, questa mostra segnali evolutivi e sembra sempre più rivolta anche al di fuori della comunità. Tale attività viene di solito realizzata nell’ambito di attività commerciali che funzionano da “schermo” ed in abitazioni private.
Alcune indagini hanno, tra l’altro, disvelato che i contatti tra le prostitute ed i potenziali clienti, così come il pagamento delle prestazioni sessuali e per l’uso degli appartamenti dove si esercita il meretricio, vengono spesso effettuati attraverso applicazioni di messaggistica.

Anche le estorsioni sono generalmente operate all’interno della comunità etnica1817, così come i reati contro la persona e il patrimonio.
Per quanto attiene all’immigrazione clandestina cinese, questa risulta scollegata dai tipici flussi migratori irregolari verso il nostro Paese. A questi flussi illegali è strettamente connessa la produzione di documenti falsi, che continua a coinvolgere i cittadini cinesi presenti nel territorio nazionale. A tal proposito, appare significativa l’operazione del 10 ottobre 2019, con la quale la Polizia locale di Milano ha arrestato 2 cinesi trovati in possesso di passaporti contraffatti, intestati a soggetti di varie nazionalità orientali: Singapore, Hong Kong, Malesia e Macao.

Si registrano, poi, accordi tra italiani e cinesi per la realizzazione di affari comuni. Nel semestre in esame tali sinergie criminali, oltre che per lo sfruttamento della prostituzione, sono state realizzate anche per la commissione di reati economico-finanziari e per lo smaltimento di rifiuti.

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