Rotondi (FI): “L’elezione di una personalità di centrodestra al Quirinale non è mai avvenuta, e per alcuni non dovrà mai avvenire”

AgenPress. C’è un tabù nella politica italiana: l’elezione di una personalità di centrodestra al Quirinale. Non è mai avvenuta, e per alcuni non dovrà mai avvenire. E’ un riflesso condizionato proveniente da quella che veniva chiamata la ‘sinistra costituzionale’: un circolo di ottimati formato da giuristi cattolici e comunisti, idealmente guidato dal più carismatico di loro, l’indimenticabile Leopoldo Elia (uno che il Quirinale lo avrebbe meritato e forse anche ottenuto, se fosse vissuto più a lungo).

Elia spiegava che la Costituzione è un sistema di garanzie blindate da preservare anche attraverso una forma di intransigenza verso ipotesi di riforma apparentemente ragionevoli, ma inesorabilmente destinate a sovvertire l’impianto forgiato dai Costituenti. Da ragazzo ho molto discusso con Elia, contestandogli questa sorta di ‘bigottismo costituzionale’; oggi sono assai più umile, e riconosco molte ragioni nei consigli di quella che era una delle personalità più eminenti dell’ultima Dc. Tutte le riforme costituzionali varate in questi anni da destra e sinistra sembrano fatte apposta per dare clamorosamente ragione ad Elia.

Su questo ‘mood’ intellettuale si innesta il pregiudizio della sinistra italiana verso un Capo dello Stato moderato; si da per scontato che la costituzione più bella del mondo possa essere maneggiata solo da personalità provenienti dalle correnti culturali che le hanno dato vita nel 1948.

Il calendario ci ha aggiunto del suo, onestamente: l’elezione del Capo dello Stato è sempre caduta in legislature segnate dal dominio numerico della sinistra. La conseguenza è che la seconda repubblica ha avuto solo Presidenti della Repubblica di centrosinistra: Scalfaro, Ciampi, Napolitano, Mattarella. Anche in questa legislatura il Pd e i Cinquestelle hanno una prevalenza numerica, sia pure risicata. Può darsi che sarà eletto ancora una volta un presidente di centrosinistra. Può darsi anche di no: il centrodestra compatto può contare – tra deputati, senatori e delegati regionali – su 466 voti; il centrosinistra -senza Matteo Renzi, variabile imprevedibile – può contare su 467 voti, includendo gruppi per le autonomie e minoranze linguistiche varie.

Praticamente i due blocchi hanno parità assoluta, con 96 voti in libera uscita costituiti da ‘Italia Viva’ e parlamentari del gruppo misto di Camera e Senato.

Chiamiamola pure ‘palude centrista’ ,ma saranno questi novantasei a far pendere il piatto della bilancia più a destra o più a sinistra. Si dirà che sarebbe preferibile un accordo generale su una personalità di garanzia. Sissignori. Ma stavolta la personalità dovrà venire dalla storia e dalle idee dell’altra Italia, quella che è stata democristiana, berlusconiana, di centrodestra.

E’ un debito che abbiamo verso milioni di italiani che vogliono vivere in un Paese con simboli condivisi e classi dirigenti reciprocamente legittimate. Non c’è un sondaggio che non segnali la prevalenza elettorale del centrodestra. Che interesse ha la sinistra italiana a contrapporre un Capo di Stato alle idee oggi prevalenti nel popolo? Non c’è un totem da proteggere dalle orde barbariche.

La storia del moderatismo italiano annovera almeno una dozzina di personalità che sono perfettamente in grado di occupare la massima carica dello stato chiudendo una stagione di reciproca delegittimazione tra le forze politiche.

E’ quanto dichiara l’on. Gianfranco Rotondi vice capo gruppo di Forza Italia alla Camera e Presidente della fondazione Dc.

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