Sabella: “Articolo Die Welt? E’ vero che come italiani abbiamo inventato la mafia, ma abbiamo inventato anche una signora antimafia”

Agenpress. Il magistrato Alfonso Sabella è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Riguardo l’articolo del Die Welt sui fondi europei alla mafia. “Questioni del genere vanno affrontate con grande laicità, lasciando da parte patriottismi -ha affermato Sabella-. La cosa che ha fatto più bene alla mafia in questi anni è il negazionismo. Al di là della presa di posizione sull’articolo del giornale tedesco, i primi ad aver dato una dimostrazione del fatto di temere sugli investimenti di risorse siamo stati noi quando abbiamo deciso di rinunciare alle Olimpiadi per il timore che i soldi del Cio sarebbero finiti in mano alla mafia.

Dobbiamo prendere atto che questo rischio nel nostro Paese c’è, ma allo stesso tempo dire che abbiamo messo in campo strumenti per impedire che stavolta quelle risorse vadano a finire in mano alla criminalità organizzata. Mi pare che abbiamo dimostrato di potercela fare, quanto avvenuto per l’Expo è sotto gli occhi di tutti. Qualcosa va fatto ancora sul piano delle procedure, delle verifiche sui contraenti reali, ma sicuramente siamo in grado di farcela.

E’ vero che come italiani abbiamo inventato la mafia, ma abbiamo inventato anche una signora antimafia. Chiaro che in questo momento la pressione della criminalità organizzata è fortissima perchè come stiamo boccheggiando noi probabilmente stanno boccheggiando anche loro. E’ chiaro che quando ci sarà la ripresa e ci saranno grandi risorse per investimenti bisognerà vigilare. Cominciamo a ridurre il numero delle stazioni appaltanti, cominciamo a mettere in campo strumenti di vigilanza, ci sono tutta una serie di meccanismi da adottare sulla verifica dei contraenti. Lo Stato quando ha voluto essere più forte della mafia lo è stato, come successo negli anni ’90 quando abbiamo arrestato tutti i boss mafiosi. Però non aspettiamo le stragi per fare questo”.

Sul decreto liquidità. “Ho molte perplessità non solo sulla criminalità organizzata, ma anche sulle piccole truffe che potrebbero venir fuori. Gli strumenti normativi, a cominciare dalle sanzioni penali che abbiamo per contrastarli, non sono sufficienti. Se si decide di fare un investimento di questa portata, mettendo a rischio il Paese, vanno adottati prima degli strumenti per contrastare chi vorrà lucrare su questa manna che arriva dal governo, quella di dare risorse senza garanzie. Sul piano della normativa penale questi strumenti vanno accompagnati. C’è una strana idea che si è diffusa nel nostro Paese, cioè che i controlli rallentino le procedure. Non è assolutamente vero, se ci si organizza per tempo.

Il modello Expo ha dato dimostrazione di come le cose si possano fare bene e in maniera giusta. Finiamola con questa idea folle che più controlli significa più ritardi. Quando ero al Comune di Roma avevo inventato una squadra di controllo a campione sui lavori pubblici quando ancora erano in corso, non aspettando il collaudo quando tutto era già stato fatto”.

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