Sette anni fa il rapimento di Padre Paolo Dall’Oglio. Sorella: la speranza รจ che sia vivo

AgenPress –ย  “Il mio appello รจ a non dimenticare la Siria. Paolo รจ stato rapito perchรฉ aveva sentito che la sua missione era quella di essere accanto al popolo siriano”.

Lo ha dichiarato Immacolata Dall’Oglio, sorella di padre Paolo Dall’Oglio, a margine di una conferenza stampa alla sede della Fnsi a Roma a sette anni dalla scomparsa del gesuita in Siria.

“Nell’ultimo film della regista Yasmin Fedda dal titolo ‘Ayouni’, i miei occhi, viene narrato il disastro della situazione siriana e in particolar modo degli scomparsi, che รจ un crimine contro l’umanitร  a tutti gli effetti e che non ha avuto sufficiente attenzione per fare chiarezza, sia per gli scomparsi governativi sia dell’Isis, e questa รจ una responsabilitร  internazionale”, ha aggiunto. “Ricordare Paolo รจ un modo per sollecitare a fare luce sul suo destino, che ancora non sappiamo quale sia e potrebbe essere che non lo sapremo mai, perchรฉ fare luce sul destino dei singoli vuol dire fare luce su alcuni processi che spesso sono molto piรน ampi e che vanno conosciuti. La memoria e il presente sono indispensabili per cercare delle basi sane per il futuro, e la Siria ha bisogno di questo”, ha sottolineato.

“La speranza c’รจ, che Paolo possa essere ancora vivo, succede da quelle parti che questi sequestri durino tanto. Io continuo a sperare, e nel mio piccolo i riscontri che ho avuto delle notizie che davano Paolo a Baghouz nel febbraio-marzo del 2019, mi fanno pensare che lรฌ veramente Paolo era vivo. In questi sette anni, in questo puzzle che ho tenuto tra le notizie che lo davano morto e quelle che lo davano vivo, io trovo un filo che mi fa pensare, aldilร  del fatto che nulla รจ confermato, che Paolo sia ancora vivo”.

“Certamente, per me come sorella, รจ molto forte il sentire che si faccia veritร  su Paolo”, ha sottolineato. “Io penso che le notizie che lo davano vivo a Baghouz siano vere e ho degli elementi che mi danno fiducia in questo senso. Secondo me, da riscontri che ho avuto, Paolo era vivo a Baghouz”, ha ribadito a margine. La sorella del gesuita ha spiegato nel suo intervento che “parlare di Paolo significa parlare di Siria” e “del bisogno di veritร  per tutti gli scomparsi in Siria. Quando penso a Paolo, sento anche sulla mia pelle queste tragedie”.

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