AgenPress – Le aree residenziali di Severodonetsk sono state prese “totalmente” sotto controllo russo. Da oggi, il 97% del territorio della Repubblica Popolare di Lugansk è stato “liberato”, mentre un’offensiva è in corso nel settore di Popasna: lo ha dichiarato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. “Le aree residenziali di Severodonetsk sono state completamente liberate – ha detto -. Continuano gli sforzi per riprendere la zona industriale e le località nelle vicinanze. Si sta sviluppando un’offensiva nel settore di Popasna”, ha detto Shoigu durante una teleconferenza, citato da Interfax.
L’intensità dei combattimenti a Severodonetsk e nella vicina Lysychansk le ha rese entrambe ‘città morte’, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo ultimo video messaggio.
Le denunce di orrori non si fermano. “In base alle nostre informazioni – ha detto la rappresentante permanente della presidenza ucraina in Crimea, Tamila Tacheva – circa 600 persone vengono trattenute in cantine nella regione di Kherson”, dove sono tenute “in condizioni disumane e sono vittime di torture”.
Per la maggior parte, ha spiegato, si tratta di “giornalisti e militanti” che hanno organizzato “manifestazioni pro-Ucraina” nel centro controllato dai russi, dove le proteste e le iniziative di resistenza popolare non sono mai cessate. Se le trattative tra Kiev e Mosca sulla tregua continuano ad apparire lontane, il dialogo sul terreno continua per possibili scambi di prigionieri. I riflettori sono sempre puntati sui quasi 2.500 combattenti dell’Azovstal catturati, che i separatisti continuano a voler portare alla sbarra in tribunali speciali in cui rischierebbero la pena di morte, come i due volontari britannici già a processo. Gli scambi sono intanto cominciati tra i corpi dei soldati uccisi. I primi 160 cadaveri – oltre 50 sarebbero di truppe del reggimento Azov, ma si attendono gli esami del dna – sono stati portati a Kiev, mentre altrettanti russi uccisi sono stati consegnati a Mosca.