Si chiude la Settimana della dislessia, nel Lazio percentuale piĆ¹ alta della media italiana

Agenpress – Convegni, laboratori, spettacoli teatrali. La Settimana della dislessia chiude i battenti con un bilancio positivo in termini di sensibilizzazione al tema. Tuttavia, terminate le kermesse, per i dislessici restano i problemi di tutti i giorni.

BenchĆ© nelle scuole lā€™attenzione al fenomeno sia cresciuta notevolmente, grazie anche alla legge 8 ottobre 2010 n.170 che ha assicurato nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, restano nodi che sembrano accentuarsi con il tempo.

Il primo, come evidenzia Assodislessia, ĆØ rappresentato dal business crescente intorno ad una condizione che ha visto piĆ¹ che raddoppiare negli ultimi cinque anni il numero dei dislessici certificati, arrivati a quota 276mila (3,2 per cento del totale degli studenti quale dato nazionale, ma 3,9 per cento nel Lazio) dai 94mila del 2013, dati Miur. A supporto di questa moltitudine di persone si sono ampliate una serie di costose attivitĆ  che vanno dalla logopedia agli aiuti psicologici (un euro al minuto di media), dai tutoraggi alle ripetizioni specializzate (mediamente 20 euro lā€™ora), dalle tutele legali e sanitarie fino addirittura ai viaggi per dislessici. Di contro, i servizi pubblici sono fortemente carenti, addirittura tagliati a fronte di una domanda crescente.

Un secondo aspetto riguarda le commissioni per lā€™indennitĆ  di frequenza, passate dalle Asl allā€™Inps anche a fronte della crescita delle richieste. Nonostante una storica sentenza del Tribunale di Prato di marzo 2016 abbia decretato che i ragazzi dislessici hanno sempre diritto ad ottenere lā€™indennitĆ  di frequenza per le spese scolastiche, mediche e per le terapie di riabilitazione, lā€™orientamento dellā€™istituto di previdenza ā€“ come fanno sapere i medici legali – ĆØ ormai quello di tagliare questa voce. Eā€™ finito agli onori della cronaca il caso di un 14enne dislessico, con copiose certificazioni della Asl e lā€™indennitĆ  negli anni precedenti, che sā€™ĆØ sentito redarguire da una commissione composta per lo piĆ¹ da terapisti della riabilitazione e da un ammiraglio a riposo per aver scelto il liceo classico, ovviamente con conseguenze non piacevoli per la psicologia e lā€™autostima del ragazzo. Eā€™ scattata la denuncia dei genitori.

I contenziosi che finiscono al Tar e al Consiglio di Stato sono ormai numerosi. Tra le ultime sentenze, quella del Tar Puglia (I sezione, presidente Orazio Ciliberti, estensore Giacinta Serlenga), che ha annullato la bocciatura di uno studente dislessico frequentante la quarta classe di un istituto tecnico barese in quanto i docenti non avrebbero rispettato la legge che tutela i ragazzi con tali disturbi. Analoga la storia di una 18enne ligure, difesa dagli avvocati Andrea Garibaldi e Laura Pomidoro di Albenga, riammessa dal Tar Liguria allā€™esame di maturitĆ  al liceo Arturo Issel di Finale. Il Consiglio di Stato ha riammesso uno studente, Luca, supportato dallā€™avvocato Paola Zanellato, alla classe quarta di un liceo scientifico.

Problemi anche con le ammissioni agli atenei. Il Tar Lazio ha disposto la ripetizione della prova di ingresso al corso di laurea a numero chiuso in Medicina e Chirurgia per uno studente dislessico in quanto non aveva svolto la prova con lā€™ausilio degli strumenti compensativi. Il ricorso ĆØ stato disposto dallo studio legale Bonetti & Delia.

ā€œNonostante i passi in avanti, la condizione dei dislessici continua a costituire un problema aggravato soprattutto dal mancato rispetto delle norme ā€“ sottolineano da Assodislessia Lazio.

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