Sole. In arrivo intensa tempesta geomagnetica. Previsti disturbi telecomunicazioni e aurore boreali

AgenPress – La tempesta di Halloween, come è stato ribattezzata per la coincidenza temporale con la notte più paurosa dell’anno, potrebbe produrre delle aurore polari visibili a occhio nudo anche a 50 gradi di latitudine. Ciò significa che in Europa potrebbero essere avvistate in Belgio, ad esempio, mentre negli Usa i fortunati potrebbero essere gli abitanti dell’Oregon.

Queste tempeste sono quindi più frequenti durante i massimi di attività solare, anche se tempeste molto intense, la cui “efficacia” è spesso maggiore per quanto riguarda i possibili danni alla Terra, avvengono anche durante la fase discendente del ciclo.

Gli esperti, però,  temono che questo intenso flusso di particelle energetiche possa interferire con le comunicazioni.

Il potente brillamento solare ha provocato un blackout radio in parte dell’America latina.  Questo perché i brillamenti solari influenzano il campo magnetico del nostro pianeta, che a sua volta può interrompere le reti elettriche e le reti di comunicazione.

“Le radiazioni nocive di un brillamento non possono penetrare l’atmosfera terrestre e colpire fisicamente gli esseri umani sulla Terra”, ha spiegato la Nasa.

“Tuttavia, se abbastanza intensi, possono disturbare l’atmosfera nello strato in cui viaggiano i segnali GPS e di comunicazione”. Per fortuna, è assai probabile che qualsiasi interruzione sia solo temporanea, affermano gli esperti. Ma di cosa si tratta nello specifico? Il brillamento è il risultato di un’enorme espulsione di plasma dallo strato esterno del Sole. Il plasma è costituito principalmente da elettroni e protoni e in questo caso viene trascinato dal campo magnetico della corona solare.

I brillamenti solari sono ripartiti in cinque classi di potenza a seconda della loro luminosità nei raggi X. In ordine crescente di potenza sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente, con la più potente X ed è ulteriormente suddivisa linearmente in 9 classi, numerate da 1 a 9. Il brillamento solare in analisi è rientrato nella classe X1.

L’ emissione di Massa Coronale (CME), che è ora diretta verso la Terra viaggia a più di 1.260 km/s. Ma non è la prima volta che ciò avviene. Secondo l’Ingv, il campo magnetico del Sole inverte la sua polarità ogni 11 anni: questo ha effetto, ad esempio, sul numero di macchie solari presenti sulla sua superficie. Un modo di seguire l’andamento del ciclo di attività solare è, quindi, contare il numero delle macchie solari.

Il ciclo di attività solare ha inizio nel momento in cui il numero di macchie solari è minimo. Questo numero aumenta nel corso del tempo e raggiunge il suo massimo verso metà ciclo per poi diminuire fino a un nuovo minimo quando, dunque, comincia un nuovo ciclo. Dato che le espulsioni di massa coronale che generano le tempeste geomagnetiche avvengono principalmente in corrispondenza delle macchie solari, più è alto il numero di macchie solari presenti sul Sole, più è probabile che si verifichino delle tempeste.

“Il Sole sta progressivamente aumentando il livello di attività, descritto dal numero di macchie solari, a una velocità superiore alla previsione, che indicava il prossimo massimo del Ciclo 25 nel mese di luglio 2025″, commenta a Media Inaf Mauro Messerotti, fisico solare all’Inaf di Trieste e senior advisor dell’Inaf per lo space weather.

“Ciò è indicato dal fatto che si stanno formando gruppi di macchie solari sempre più estesi, con un numero elevato di macchie e con una notevole complessità dei campi magnetici che le connettono. È questo il caso della regione attiva AR 2787, costituita oggi da 28 macchie solari a ricoprire un’area di 320 milionesimi di emisfero solari (quasi 1 miliardo di chilometri quadrati) e di classe magnetica beta-gamma ovvero molto complessa. AR 2787 ha prodotto decine di brillamenti a raggi X, ma l’apoteosi si è verificata il 28 ottobre, quando ha prodotto un brillamento della classe massima X 1.0 con il picco di emissione alle 17:35 Cest a seguito della riconnessione dei campi magnetici con la conversione dell’energia magnetica in energia cinetica”.

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