Texas. Corte Suprema nega la richiesta di fermare il divieto di aborto di 6 settimane

AgenPress – La Corte Suprema degli Stati Uniti non sospende la legge del Texas che proibisce l’aborto dopo sei settimane di gravidanza anche in caso di stupro o incesto. L’Alta Corte, molto divisa con quattro dei suoi nove giudici contrari alla decisione, non si pronuncia sulla costituzionalità della legge, appena entrata in vigore, ma invoca “questioni di procedura complesse e nuove”.

La decisione del tribunale significa che la legge – che è una delle più severe della nazione e vieta l’aborto prima che molte persone sappiano di essere incinte – rimarrà nei libri.
La legge consente ai privati ​​cittadini di intentare causa civile contro chiunque assista una donna incinta che cerca di abortire in violazione del divieto.
In un parere non firmato, la maggioranza ha scritto che mentre le cliniche avevano sollevato “serie questioni circa la costituzionalità della legge del Texas”, non avevano incontrato un onere che consentisse al tribunale di bloccarlo in questo momento per “complessi” e ” nuove” questioni procedurali.
La maggioranza ha sottolineato di non aver formato una conclusione sulla costituzionalità della legge: nonostante l’ordine sia arrivato quasi 24 ore dopo la legge, le più severe restrizioni all’aborto dal 1973, punto di riferimento Roe v. Wade, sono entrate in vigore.
“In particolare, questo ordine non si basa su alcuna conclusione sulla costituzionalità della legge del Texas e non limita in alcun modo altre contestazioni procedurali corrette alla legge del Texas, anche nei tribunali statali del Texas”, ha scritto la maggioranza.
Ci sono stati diversi dissensi. In uno, il giudice Sonia Sotomayor, affiancato dai suoi due colleghi liberali, ha definito “sbalorditivo” l’ordine della maggioranza.

 

Il ricorso alla Corte suprema era stato presentato d’urgenza, a ridosso dell’entrata in vigore, avvenuta ieri, di una restrittiva legge sull’aborto in Texas, che impedisce il ricorso all’interruzione di gravidanza dopo sei settimane, anche in caso di stupro o incesto.

La decisione è stata presa grazie alla maggioranza di 5 giudici conservatori, dei quali tre sono stati nominati dall’ex presidente Donald Trump. Il capo della Corte, il conservatore moderato John Robert, si e’ opposto assieme ai tre magistrati progressisti.

La legge, firmata lo scorso maggio dal governatore repubblicano Greg Abbott, vieta l’interruzione volontaria di gravidanza dal momento in cui e’ percepibile il battito del cuore dell’embrione, ovvero attorno alla sesta settimana di gravidanza. Secondo i sostenitori del diritto all’aborto, questo equivale a un divieto tout-court, visto che sono pochissime le donne che si accorgono di una gravidanza prima di sei settimane, soprattutto quando non e’ voluta. L’unica eccezione prevista dal provvedimento texano, che è stato formulato in modo da evitare i blocchi legali disposti dai tribunali in altri Stati conservatori, è quella del pericolo per la salute della donna.

Ieri il presidente degli Stati Uniti in persona, Joe Biden, aveva attaccato la legge, assicurando che il diritto all’aborto “stabilito quasi cinquant’anni fa” sarà difeso e protetto da quella che ha definito la “legge radicale” entrata in vigore in Texas.

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