Tim bene in Borsa con proposta di opa fatta da Kkr. Landini, evitare “spezzatino”, che ruolo giova il governo?

AgenPress – Tim bene in Borsa con la proposta di opa a 5,05 euro fatta da Kkr. Il titolo, che aveva chiuso a 0,34 euro venerdì, segna un guadagno teorico del 31% ma non riesce a fare prezzo in avvio di seduta, poi entra negli scambi di Piazza Affari con un rialzo del 27% a 0,43 euro.

In attesa di conoscere la risposta di Vivendi all’offerta di Kkr Piazza Affari specula. Il prezzo dell’opa (per ora solo in una manifestazione di interesse non vincolante e indicativa) a 50,5 centesimi implica un premio del 46% rispetto alla chiusura di venerdì ma il fondo “potrebbe essere costretto a salire” commentano gli analisti mentre in preapertura il titolo schizza in rialzo del 15% (circa 5 centesimi in più rispetto all’ultimo prezzo).

“L’offerta è ben al di sopra della media dei recenti deal che è del 20%, ma solo del 7% superiore al picco del 2021 del titolo Tim in Borsa – commenta un analista – Vivendi potrebbe spingere per avere di più, visto il prezzo medio di 1 euro per azione pagato per la sua quota del 24%” e puntare a 83 centesimi per azione.

Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, esprime così le sue preoccupazioni sull’offerta del fondo di investimento americano.

“In un settore strategico come quello delle telecomunicazioni lo Stato italiano non può subire semplicemente la logica del mercato. Serve un piano industriale finalizzato alla costruzione della rete unica senza escludere il ricorso al golden power se il progetto di Kkr dovesse essere in contrasto con l’interesse industriale ed occupazionale del Paese”.

“Da tempo chiediamo che l’Italia si doti di una rete unica di nuova generazione che sia in grado di connettere il territorio, ma tutto è in grave ritardo -continua Landini- Si pone, davvero, un problema di strategia industriale; si tratta di capire quale ruolo vuole giocare il governo, compreso il ricorso alle prerogative che la legge prevede in caso di acquisizioni da parte di soggetti stranieri di aziende strategiche”.

Lo spezzatino, secondo Landini, ”è esattamente quello che va scongiurato. Serve una visione d’insieme. La rete è oggi l’infrastruttura tecnologica più importante per il Paese ed è la base sulla quale poggiare la trasformazione del nostro sistema manifatturiero nazionale”.

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