Torino. Muore un secondo clochard per il freddo. Polemiche sulla sindaca Appendino

AgenPress –  Stamattina gli agenti della polizia hanno trovato il cadavere di un uomo in un giardino di corso Taranto, alle spalle del mercato.

Era già stato ricoverato in ospedale per ipotermia, lo scorso 5 febbraio, il clochard deceduto a Torino su una panchina di corso Taranto. L’uomo non è ancora stato identificato. In ospedale aveva riferito di avere 33 anni e di essere originario della Romania, informazioni ora al vaglio della polizia.

Lunedì era stato trovato Mostafà Ait Bellà, 59 anni marocchino, morto sotto le panche di un dehors di corso Re Umberto. L’uomo, che aveva rifiutato di farsi accompagnare in ospedale dagli amici si prendevano cura di lui, era morto nella notte, ed era stato trovato la mattina dalla nipote della titolare del bar.

Una gestione dei più fragili, quella della sindaca Appendino, finita nel mirino di opposizioni e associazioni di volontariato. Dopo la bozza di regolamento che vieta ai clochard anche il possesso di animali: indignazione aveva suscitato il video della polizia locale che allontanava i senzatetto dal centro. “Usano i portici come bankomat” aveva detto il capo dei Vigili urbani invitando i cittadini a non dare l’elemosina.

Qualche giorno fa cacciati  dai portici del centro di Torino. La polizia insieme con i vigili urbani avevano identificato sette persone senza fissa dimora in piazza Castello, via Cernaia, corso Vinzaglio e in via Viotti, tutte strade dove spesso si fermano persone che approfittano del riparo dei portici per trascorrervi la notte. Erano state tutte invitate ad allontanarsi e alcune sono stati accompagnati in Questura.

“E’ vero che a questi fratelli in difficoltà il messaggio è ‘non abbiate paura di chi vuole aiutarvi’, ma se i senza dimora spesso non rispondono all’offerta e hanno paura è perché noi società, il nostro modo di rapportarci a loro, ha creato in loro diffidenza. Ci vuole una conversione di entrambe le parti, della persona in difficoltà e nostra nel far sentire molto di più a queste persone il calore della nostra relazione”, dice il direttore della Caritas torinese, Pierluigi Dovis, interpellato a proposito della morte, questa notte, di un uomo che viveva in strada. “E le polemiche di questi giorni – aggiunge – non hanno fatto male al Comune, ai vigili, al volontariato o all’Amiat, ma ai poveri che si sono sentiti non al centro dell’attenzione ma ‘usati’ e si sono ulteriormente irrigiditi”.

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