Trenitalia. Da marzo ad oggi perdita di 1,5 mld. Gli italiani si affidano all’automobile

AgenPress –  La pandemia ha causato “una drastica perdita di fatturato” per Trenitalia, da marzo ad oggi di circa 1,5 miliardi di euro, che proiettata a fine anno vale quasi 2 miliardi di euro. Lo ha detto l’amministratore delegato di Trenitalia, Orazio Iacono, in audizione alla Commissione Trasporti della Camera circa il contratto di servizio tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Trenitalia.

“In questo scenario abbiamo messo immediatamente in essere ogni azione necessaria per limitare il più possibile i danni”, ha spiegato l’a.d di Trenitalia, ad esempio “ci siamo concentrati sulla gestione dei costi” e “abbiamo tavoli con le autorità per monitorare e fronteggiare la pandemia”, che ha influito pesantemente sulla mobilità pubblica e privata e le scelte degli italiani in materia.

Nel 17° Rapporto Audimob sulla Mobilità degli Italiani Trenitalia punta “alle soluzioni di trasporto condiviso aiuterà però il Paese a ripartire. Ridistribuire i flussi di mobilità nelle città nel corso della giornata, ridurre i picchi di domanda e decongestionare bus, metropolitane e treni nelle ore di punta. E ancora portare al 38 per cento (più 3 per cento vs 2019) la quota di mobilità sostenibile con mezzi a basso impatto ovvero piedi, bici, micromobilità, trasporto pubblico e sharing. È questa in sintesi la sfida per il post pandemia e l’auspicio per il futuro.

Gli italiani continuano ad affidarsi all’automobile per gli spostamenti, ancora di più durante l’emergenza Covid-19. L’auto ha consolidato nel 2019 una vera e propria posizione dominante di mercato: il 62,5 per cento della domanda, 3,5 punti in più rispetto al 2018.  Ha retto il trasporto pubblico passando dal 9,7 per cento al 10,8 per cento, ma l’irrompere della pandemia nel 2020 ha ampiamente “rimescolato le carte con la forte crescita degli spostamenti non-motorizzati (costantemente sopra il 30 per cento), la sostanziale tenuta dell’auto e il vistoso calo della mobilità collettiva e intermodale” sottolinea lo studio dell’Isfort.

Arretra infatti il trasporto pubblico che viene percepito come pericoloso: se si analizza la stima degli spostamenti medi giornalieri con i mezzi pubblici si passa da 12,8 milioni nel 2019 a 1,4 milioni (meno 89 per cento) durante il lockdown per tornare a una ripresa pari a 6,9 milioni nel periodo dal 18 maggio al 15 ottobre 2020.

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