Usa. Trump grazia 73 persone, anche un imprenditore toscano, ma non Assange e Snowden

AgenPress – Il presidente Donald Trump ha emesso una serie di indulgenze e commutazioni dell’undicesima ora all’inizio di mercoledì che includeva il suo ex stratega politico, un ex importante raccoglitore di fondi e due famosi rapper ma non lui o la sua famiglia.

Il lotto di 73 indulgenze e 70 commutazioni emesse nelle ultime ore della sua presidenza era previsto ed è in linea con una lunga tradizione presidenziale di esercizio dei poteri di clemenza all’ultimo minuto.
L’elenco rifletteva un presidente desideroso di concedere la grazia ai suoi fedeli alleati, un numero insolito dei quali è stato travolto da accuse di corruzione o menzogne.
La stragrande maggioranza delle indulgenze e delle commutazioni sulla lista di Trump sono state distribuite a persone i cui casi sono stati sostenuti dai sostenitori della riforma della giustizia penale, comprese le persone che scontano lunghe pene per reati di basso livello.
Ma compaiono diversi nomi controversi, tra cui Steve Bannon , che si è dichiarato non colpevole delle accuse di aver frodato i donatori in una campagna di raccolta fondi online “We Build the Wall”. Trump aveva passato i giorni passati a deliberare sulla grazia per l’uomo che lo aveva aiutato a vincere la presidenza nel 2016 e lo aveva seguito alla Casa Bianca. Durante le sue ultime ore in carica, dietro le quinte era in corso un frenetico dibattito sull’opportunità di concedere la grazia a Bannon.

Nelle ultime settimane prima della fine del suo mandato, il presidente degli Stati Uniti uscente Donald Trump aveva già graziato decine di persone, tra cui criminali di guerra, alcuni suoi alleati coinvolti nel Russiagate ed ex deputati del Partito Repubblicano condannati per corruzione.

La grazia può riguardare qualsiasi tipo di reato federale e può significare una riduzione della pena o l’eliminazione di una sentenza di condanna, oppure un più ampio annullamento di tutte le conseguenze legali provocate da una condanna. Negli ultimi mesi Trump è stato accusato di aver usato il suo potere in maniera aggressiva per aggirare le sentenze dei tribunali e concedere atti di clemenza a persone a lui legate: anche a poche ore dalla scadenza del suo mandato, ovvero le 12 di mercoledì 20 gennaio (le 18 in Italia), ha fatto ricorso ai suoi poteri per graziare 73 persone e commutare la pena ad altre 70: non solo ex collaboratori o persone a lui vicine, ma anche celebrità e persone che stavano già scontando la pena per diversi reati.

Tra le altre persone graziate in queste ore da Trump c’è Elliott Broidy, uno dei principali sostenitori del partito Repubblicano, che lo scorso ottobre si era dichiarato colpevole di aver esercitato pressioni sull’amministrazione Trump per conto di interessi del governo cinese e di quello malesiano. Broidy non è stato il solo Repubblicano a essere stato graziato: tra gli altri ci sono anche Rick Renzi e Robert Hayes, entrambi ex parlamentari, condannati rispettivamente per corruzione e per aver mentito all’FBI. È stato graziato anche Paul Erickson, condannato per truffa e riciclaggio per aver mentito agli investitori relativamente a una società di sviluppo petrolifero.

Tra i grandi assenti figurano il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, e la ‘talpa’ dell’Nsa, Edward Snowden, nonostante i numerosi appelli lanciati nei giorni scorsi. Non si è realizzato infine lo scenario, evocato più volte dai media, che avrebbe visto Trump perdonare se stesso. Il presidente uscente non ha adottato nessun provvedimento di clemenza nemmeno per il suo avvocato Rudolph Giuliani, come era pure stato ipotizzato da alcuni media.

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