Agenpress – “Ho sentito tantissime sciocchezze in queste ore. D’altra parte non mi stupisce che Salvini non sappia distinguere una tesi di laurea da una relazione di fine tirocinio Ssis (Scuola di specializzazione all’insegnamento secondario). Non ha mai studiato in vita sua e sarebbe strano se le distinguesse”.
Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, rispondendo alla richiesta di dimissioni del leader della Lega.
“Non fatevi prendere in giro, non è né una tesi di laurea, né un plagio. Ho sentito tantissime sciocchezze. Non mi stupisce che Salvini non sappia distinguere una tesi di laurea da una relazione di fine tirocinio Ssis. Non ha mai studiato in vita sua e sarebbe strano se le distinguesse”.
“L’unica cosa che mi dispiace è parlare qui dal viaggio della memoria ad Auschwitz. D’altra parte l’anno scorso il ministro leghista Bussetti non si è presentato, e a maggior ragione era importante che io fossi qui oggi” ha concluso.
Tutto nasce dall’articolo de La Repubblica in cui si sostiene che Azzolina abbia attinto informazioni per la sua tesi da numerosi manuali senza citarli, neanche nella bibliografia. In particolare si dà conto di almeno quattro estratti, di cui si sottolinea la coincidenza con gli originali. La tesi contestata, 41 pagine intitolate “Un caso di ritardo lieve associato a disturbi depressivi”, è stata realizzata in conclusione degli studi presso la Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario della Toscana.
“Fare peggio del ministro Fioramonti sembrava impossibile. E invece Azzolina ci stupisce: non solo si schiera contro i precari, ma ora scopriamo che copia pure le tesi di laurea. Un ministro così non ha diritto di dare (e fare) lezioni. Roba da matti. Si vergogni e vada a casa”, ha commentato a caldo Salvini in una domenica pomeriggio accesa dalle polemiche che vanno via via crescendo. Tanto da chiedere a gran voce le dimissioni della ministra. La prima tra i deputati leghisti è proprio Latini: “Chiederemo al ministro di venire subito in Aula a riferire e di rassegnare immediate dimissioni, come già in passato hanno fatto i suoi omologhi in altri Paesi, perché gli italiani e il mondo della scuola meritano rispetto e verità”.