Agenpress. I dati diffusi dall’Università Federico II di Napoli confermano la necessità di investire al Sud per colmare un divario con il Settentrione che si allarga anno dopo anno. L’Italia continua a procedere a due velocità, con un Nord che cresce grazie alla Tav e ad altre infrastrutture e un Sud che attende ancora lo sblocco di opere cruciali come l’Alta velocità Napoli-Bari, i lavori per la linea Palermo-Messina-Catania e quelli per la dorsale adriatica tra Bari e Pescara.
Il divario nel ritmo di sviluppo è impressionante: le città collegate dalla Tav hanno fatto registrare una crescita fino a 8-10 punti di Pil nel periodo 2008-2018, contro modesti aumenti che vanno dallo 0,4% al 3% per i centri non collegati.
Noi di Soggetto Giuridico crediamo che il nostro Mezzogiorno non possa restare indietro e che si debba eliminare la spaccatura che divide l’Italia per realizzare una crescita equilibrata. Eccellenze produttive e territori dalle altissime potenzialità non possono competere ad armi pari perché partono da una situazione di forte svantaggio. Ne consegue un impoverimento umano ed economico di molte regioni del nostro Meridione, che assistono a una crescente migrazione della migliore forza lavoro.
C’è un problema di risorse, in quanto gli investimenti dei Governi hanno in generale privilegiato le regioni settentrionali, ma anche di procedure. A rallentare la crescita contribuisce infatti la lentezza dell’iter burocratico, come quello per la nomina dei commissari delle 77 grandi opere per il Sud già finanziate con 38 miliardi di euro. La macchina amministrativa deve essere in grado di avanzare più velocemente, garantendo al tempo stesso gli indispensabili controlli in materia di sicurezza e legalità.