L’extra che non c’รจ in casa e quello che si sta esaurendo fuori
Agenpress –ย Quel poco che si fa in questo Paese ottusamente diseguale succede quando cโรจ molta abbondanza di risorse โ magari a debito e con la libertร di farne altro โ e cโรจ dunque un extra che avanza da distribuire ai nuovi, a quelli che stanno sotto. La regola รจ sempre stata che non si puรฒ togliere nulla a quelli che stanno sopra.
Per capirci, quel poco o tanto di riforme che si sono fatte, nei vari cicli dal dopoguerra a oggi, si sono realizzate sempre e solo, appunto, con lโextra che consente di non toccare chi prende giร e deve continuare a prendere. Anche se non fa un uso eccellente di ciรฒ che prende.
Anche se ne fa un uso smaccatamente clientelare. Anche se gode di un privilegio tanto ingiusto quanto dannoso per lui e per gli altri. Voglio dire: non si รจ mai avuta la forza di fare le riforme togliendo a chi indebitamente riceve ciรฒ che non merita per dare a chi merita e sul quale รจ opportuno investire. Questa รจ stata lโItalia di ieri. Questa รจ lโItalia paralizzata di oggi con qualche aggravante in piรน. La prima delle quali รจ che non sappiamo nemmeno piรน godere dellโextra.
Il Cavaliere bianco, Mario Draghi, salva lโeuro e apre un ombrello monetario che copre tutto, ma offre ai Paesi europei piรน indebitati e con piรน problemi la possibilitร di utilizzare lโammortizzatore liquiditร per fare le riforme e porre le basi per una crescita duratura che colmi le diseguaglianze territoriali?
Insomma: ci regala lโextra, che non รจ piรน nuovo debito pubblico, ma bassi tassi di interesse e quindi la possibilitร di spendere meno per pagare il debito vecchio, aiuta a ridurre il costo sociale delle riforme? La Spagna coglie al volo lโopportunitร , fa le riforme strutturali piรน pesanti e investe nellโalta velocitร ferroviaria partendo dal Sud al Nord unificando il Paese e allargandone il potenziale di crescita. Noi siamo capaci di fare a volte pochissimo e piรน spesso lโesatto contrario perchรฉ continuiamo a regalare prebende pubbliche assistenziali ai ricchi e decidiamo con lโorgoglio degli stolti che lโItalia degli investimenti pubblici si ferma a Firenze.
Per leggere la versione integrale dell’editoriale del direttore Roberto Napoletano clicca qui: