Agenpress. Un recente studio di due ricercatori, uno iraniano dell’Università della Calabria e l’altro italiano, già professore della stessa università e attualmente coordinatore di un progetto scientifico regionale nella Repubblica Dominicana, pone in dubbio che in Italia il numero dei contagiati che sfugge alle stime perché contagiati asintomatici o con deboli-pochi sintomi sia dell’ordine del milione o addirittura di alcuni milioni.
Lo studio dei professori Behrouz Pirouz e Galileo Violini analizza il numero dei morti nei diciassette paesi di maggior contagio in una data particolare (31 marzo) e lo rapporta con il numero medio di nuovi contagi nel periodo 17-24 marzo.
Il risultato è confrontato con quello della Corea del Sud, per altro simile a quello della Germania, paesi entrambi dove i test eseguiti sono stati molto numerosi. Nel caso della Corea del Sud, la selezione mirata dei controllati dovrebbe suggerire un’alta efficacia nell’identificazione di una frazione assai elevata dei contagiati asintomatici.
Lo studio assume che il rapporto considerato sia il medesimo in tutti I paesi. Questo permette di calcolare il numero totae dei contagiati e per differenza quello dei contagiati asintomatici. Per l’Italia quest’ultimo è stimato essere dell’ordine di 350.000.
E possibile che tale stima sia inferiore alla realtà e debba essere corretta possibilmente in rialzo per tener conto di alcune specificità italiane, come la differenza nella capacità di risposta del Sistema sanitario e alcuni picchi temporanei nell’affluenza dei contagiati, sebbene questo problema nel periodo considerato si fosse considerevolmente ridotto.
Un altro fattore che non permette considerare il numero di 350000 più che una stima di ordine di grandezza è che l’analisi si riferisce a un giorno particolare e con un ritardo sui contagi particolare.
E improbabile che queste limitazioni possano far variare di molto il risultato che per altro è considerato dagli autori come indicativo solamente di un ordine di grandezza, mentre maggiore importanza è attribuita da loro al metodo di calcolo e al suggerimento che per una valutazione del numero dei contagiati asintomatici si possa ricorrere a tecniche di statistica sperimentale, analizando un campione totalmente casuale in ambienti in cui il flusso da altre regioni o aree sia stato necesariamente contenuto. I loro esempi potrebbero suggerire che in Italia un’analisi di questo genere si effettui in realtà insulari.