Coronavirus, Furlan (CISL): “non ci sono le condizioni per la ripresa delle attività lavorative”

Il segretario generale della Cisl, in un intervento su Interris.it, ribadisce che la priorità del sindacato è che si riapra “nel massimo della sicurezza e con le necessarie garanzie per la salute in tutti i luoghi di lavoro”


Agenpress. E’ una Pasqua diversa da tutte le altre per tutti noi. Una Pasqua di speranza, di solidarietà, di condivisione profonda della gravità del momento che tutta l’umanità sta vivendo in questa battaglia dura e quotidiana contro un nemico subdolo ed invisibile. E’ un momento difficile per tutti. Tante persone ci hanno lasciato in queste giornate, soprattutto tanti anziani, padri e madri, nonne e nonne che tanto hanno fatto  in termini di lavoro, creatività, progresso civile e sociale per il nostro paese.

Oggi il nostro primo pensiero è rivolto alle loro famiglie, alle comunità che hanno perso i loro cari, ai tanti medici, agli infermieri, alla protezione civile impegnati strenuamente, con un impegno straordinario a difendere ogni vita umana. Grazie al Presidente Sergio Mattarella per aver sottolineato in questi giorni l’impegno, la generosità, l’umanità di tutti i nostri operatori sanitari. Sono persone straordinarie che meritano un plauso generale di tutti gli italiani ed un riconoscimento speciale. Grazie al nostro Presidente per aver altresì ricordato che la qualità della vita e gli stessi diritti fondamentali della persona sono strettamente legati alle capacità e all’universalità del servizio alla salute.

Il mondo del lavoro sta attraversando una fase molto difficile, a causa delle restrizioni che sono state assunte per le imprese e per tutto il sistema produttivo del nostro paese. Ma non dobbiamo disperdere i sacrifici enormi, sotto tutti i punti di vista, economici, sociali, familiari, che con grande senso di responsabilità tutte le italiane e gli italiani stanno compiendo in queste settimane. Per questo abbiamo convenuto con il Governo che non ci sono ancora le condizioni per una ripresa delle attività lavorative. Tutti vogliamo che si riapra nel massimo della sicurezza e con le necessarie garanzie per la salute in tutti i luoghi di lavoro. Oggi è questa la priorità del sindacato.

Ci vuole il rispetto rigoroso del protocollo sulla sicurezza, verifiche, controlli. Dobbiamo ascoltare le prescrizioni ed i consigli della comunità scientifica e delle istituzioni sanitarie che possono aiutarci con grande serietà e competenza a trovare tempi e modi per gestire tutti assieme, questa fase così delicata. Come abbiamo gestito le condizioni che ci hanno portato alla sospensione delle attività economiche, allo stesso modo dobbiamo lavorare e monitorare nelle prossime settimane la “fase due”, forse ancora più delicata della prima perché legata alla indispensabile ripartenza del Paese. Abbiamo bisogno di riprendere le attività lavorative in totale sicurezza.

Bisognerà discutere con le aziende come organizzare e ridistribuire il lavoro in maniera diversa, più flessibile, cambiare anche radicalmente il modo di produrre, in ambienti più salubri, e senza eccessiva vicinanza tra i dipendenti, almeno fino a quando non sarà pronto il vaccino. Tutto questo va fatto attraverso il confronto con i soggetti di rappresentanza istituzionale e con le parti sociali. Va programmato, pianificato bene seguendo naturalmente  le indicazioni del mondo scientifico. Non possiamo assolutamente vanificare il lavoro fatto finora: faremmo un errore tragico per tutto il paese.

Per questo dobbiamo capire come le aziende si stanno attrezzando, discutere quale possa essere l’esigibilità di tutti gli strumenti di sicurezza che serviranno per proteggere i lavoratori. Sarebbe sbagliato quando si incomincia ad intravvedere qualche segnale tiepidamente positivo, abbandonare bruscamente il percorso responsabile che ci siamo dati. Noi vogliamo che riparta la produzione nella assoluta sicurezza e questo investe il lavoro che dobbiamo fare nelle imprese, ma anche nei territori, nelle città, nelle attività commerciali, e soprattutto nei servizi pubblici a partire dai trasporti.

Avremo bisogno di più partecipazione alle decisioni, più coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte produttive delle aziende. Nulla sarà come prima. Ecco perché non dobbiamo sciupare questo tempo. Dobbiamo utilizzare queste giornate per prepararci, lavorare con serietà a livello nazionale, nei territori, nei luoghi di lavoro in modo collaborativo e responsabile, con un forte senso di condivisione e di unità del Paese.

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