Bar e ristoranti, il Governo promette aiuti nel dl agosto

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AgenPress. Imprese, lavoratori e reddito vanno tutelati ancora perché l’epidemia da coronavirus ha già bruciato mezzo milione di posti di lavoro e rischia di mettere in ginocchio anche “pezzi pregiati” del sistema, non solo le attività che già zoppicavano prima della crisi.

E’ l’Istat a fare un assist alla nuova azione anti-Covid del governo, che si appresta a chiedere alle Camere, mercoledì, il via libera ad altri 25 miliardi di deficit, proprio per prorogare gli ammortizzatori e gli aiuti ai settori più colpiti dal lockdown.

In cima alla lista la ristorazione e l’intero comparto del turismo, che dovrebbe essere tra i destinatari del prossimo decreto di agosto. In un incontro con il viceministro all’Economia Laura Castelli i rappresentanti del comparto – dopo le polemiche dei giorni scorsi – hanno siglato la ‘pace’ con l’esponente M5S e incassato la promessa di un nuovo pacchetto di misure per bar e ristoranti, che vanno dalla proroga dell’esenzione della Tosap (al momento è fino a ottobre) per tenere i tavolini all’aperto a un fondo di garanzia per gli affitti delle attività ancora in crisi fino all’introduzione di un “incentivo al consumo”.

La misura non è ancora definita ma già nei giorni scorsi era trapelata l’intenzione dell’esecutivo di ripristinare intanto le risorse del fondo per il piano cashless, che doveva premiare le spese con carte e bancomat dall’inizio di luglio sotto forma di un bonus che sarebbe dovuto arrivare all’inizio del prossimo anno, un ‘bonus Befana’. Ora si starebbe ipotizzando di fare qualcosa di più, muovendosi sulla falsariga di quel progetto iniziale, rimesso nel cassetto perché le risorse servivano per l’emergenza.

Spingere i pagamenti tracciabili, peraltro, è uno dei suggerimenti arrivati alla maggioranza anche nel corso delle audizioni sullo scostamento e sul Piano nazionale riforme. Il Cnel vede una impostazione “innovativa” soprattutto perché si mettono al centro green deal e Mezzogiorno. Per il Sud il ministro Beppe Provenzano pensa a “una riduzione del costo del lavoro (-30% di contributi, decrescenti fino al 2030) e un incentivo forte all’assunzione stabile delle donne”, ma non è ancora deciso se questo sistema di fiscalità di vantaggio sarà introdotto con la prossima manovra o tra le azioni del Recovery Plan, o ancora se qualcosa sarà anticipato con il decreto di agosto.

Per evitare un “quinquennio senza crescita” come quello prefigurato da Fitch per l’Italia il governo deve agire in fretta e procedere anche alla riforma del fisco che semplifichi il sistema riducendo le aliquote ma anche mettendo mano all’Iva, avverte anche la Corte dei Conti, sottolineando che a settembre le previsioni sul Pil andranno riviste con un peggioramento “probabilmente superiore a un punto percentuale”.

L’istituto di statistica vede invece primi segnali positivi: dal mese di maggio l’economia italiana ha mostrato un’inversione di tendenza dopo lo shock del Covid, e “in questa fase la domanda interna sembra quella che sta tenendo in piedi i livelli di attività economica”. Ma il 38,8% delle imprese teme di non riuscire “a sopravvivere” anche se il mercato del lavoro ha sostanzialmente tenuto, compresi “gli indipendenti”, grazie ai sostegni dispiegati finora. “Pilastri Irrinunciabili da mantenere”, dice il direttore del Dipartimento produzione statistica dell’Istat Roberto Monducci, perché possono “generare una ripresa endogena”, indispensabile in un quadro internazionale ancora a tinte fosche.

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