Saldi: Confesercenti, un italiano su due è interessato

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AgenPress. Secondo Confesercenti un italiano su due si dice interessato ad acquistare in occasione dei saldi.

“Lo speriamo davvero. Purtroppo sui saldi, oltre a pesare il calo del reddito disponibile delle famiglie, grava anche l’incertezza sulle nuove restrizioni anti-Covid che il Governo intende adottare con ordinanza fino al 15 gennaio e che rischiano di diventare l’ennesimo boomerang per il settore del commercio” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“I primi giorni di saldi, infatti, ed in particolare il primo week-end di vendite, ha sempre rivestito molta importanza sui ricavi finali dei commercianti. La partenza scaglionata decisa dalle varie regioni, inoltre, non facilita certo il lancio pubblicitario delle vendite di fine stagione. In questa situazione di incertezza, forse l’avvio dei saldi andrebbe rinviato al 16 gennaio o comunque fino a quando il Governo non intenderà ritornare alle vecchie zone gialle, arancioni e rosse, senza restrizioni aggiuntive rispetto al Dpcm del 3 dicembre, possibilmente con una data uguale per tutte le regioni nelle quali ancora non sono iniziati” prosegue Dona.

“A pesare sul bilancio finale dei saldi, infine, il fatto che molti clienti vogliono essere rassicurati in merito alla sicurezza degli acquisti in epoca Covid. Si possono provare i capi oppure no? E’ solo uno dei tanti quesiti che i consumatori ci hanno posto. Per questo, per tranquillizzarli, abbiamo deciso di fare un vademecum ad hoc con le giuste precauzioni da adottare e per fare acquisti in sicurezza” conclude Dona

Di seguito i consigli dell’Unione Nazionale Consumatori alla luce delle ultime disposizioni del Dpcm 3 dicembre 2020 relative al commercio al dettaglio:

  • Non entrate nei negozi che non hanno il detergente per la disinfezione delle mani all’ingresso del negozio. Controllate anche se ci sono guanti “Usa e getta” a disposizione dei clienti. Nel caso di acquisti con scelta in autonomia e manipolazione del prodotto da parte del cliente, infatti, il Dpcm prevede che deve “essere resa obbligatoria la disinfezione delle mani prima della manipolazione della merce. In alternativa, dovranno essere messi a disposizione della clientela guanti monouso da utilizzare obbligatoriamente“.
  • Occhiata all’interno. Date un’occhiata all’interno prima di entrare. Gli accessi dovrebbero essere regolamentati e dilazionati “in modo da evitare assembramenti e assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti“. Per locali fino a quaranta metri quadrati può accedere una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori. Se, quindi, vedete assembramenti, state alla larga, come minimo fino a che non viene meno la ressa (che è comunque un indice del fatto che in quel negozio non si stanno rispettando le buone prassi, quindi, se decidete di entrare lo stesso, prestate più cautela). In ogni caso, è obbligatorio esporre all’ingresso un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale e dovrebbero esserci le informazioni per garantire il distanziamento dei clienti in attesa di entrata. Se non ci sono, è un brutto segnale.
  • Non è un obbligo la rilevazione della temperatura. Il Dpcm del 3/12/20 prevede che per “supermercati e centri commerciali, potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura > 37,5 °C“). In ogni caso, la rilevazione della temperatura è indice di serietà del negozio.
  • Non entrate se il commerciante non indossa la mascherina, è obbligatoria in tutte le occasioni di interazione con i clienti. Anche i consumatori devono averla. Secondo l’ultimo Dpcm, infatti, va indossata nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private, quindi anche nei negozi, e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi. Il consiglio, però, è di indossarla sempre e comunque.
  • Quale mascherina e come? Meglio se FFP2. Anche la chirurgica può bastare, se mantenete il distanziamento di minimo 1 metro. L’importante è indossarla bene, coprendo naso e bocca (non è una sciarpa!), ben aderente al volto (preferibile, quindi non avere la barba, specie se folta), stringendo bene il ferretto superiore sul naso e portando la parte inferiore sotto il mento. Una volta indossata, possibilmente dopo essersi disinfettati e/o lavate le mani per 60 secondi e prima di uscire di casa, non toccate più la mascherina fino al vostro rientro. Se siete costretti a riposizionarla, toccate solo gli elastici, altrimenti dovete prima rilavarvi le mani o disinfettarle. Non mettete la mascherina in tasca e non appoggiatela su mobili o ripiani.
  • Disinfettate le mani sia quando entrate in negozio sia quando uscite. Anche l’addetto alla vendita deve procedere ad una frequente igiene delle mani con prodotti igienizzanti e deve anche farlo prima e dopo ogni servizio reso al cliente.
  • Utilizzate i guanti monouso messi a disposizione dei clienti, se ci sono. L’ISS, infatti, suggerisce ai commercianti che sarebbe meglio se il cliente entrasse nel negozio senza guanti, utilizzando invece quelli monouso forniti dall’esercente, per essere sicuri che siano puliti.
  • Prova dei capi: verifica preventiva. Il commerciante dovrebbe impedire il contatto con la merce esposta da parte del cliente senza guanti. Se non fa rispettare questa regola, meglio non provare gli abiti e stare alla larga. I dispenser con gel idroalcolici dovrebbero stare anche all’ingresso delle cabine di prova. L’Iss suggerisce al commerciante, come possibile ulteriore precauzione, di non mettere a disposizione del cliente i capi provati nella stessa giornata, lasciandoli in ambiente ventilato e comunque non umido. Se, quindi, vedete che un capo appena indossato da un altro cliente viene subito esposto, meglio storcere il naso.
  • Prova dei capi. E’ possibile che non vi diano la possibilità di provare il capo. Non c’è mai stato l’obbligo di far provare gli abiti. E’ sempre stato rimesso alla discrezionalità del negoziante. In passato consigliavamo di diffidare di questi commercianti, ma non questa volta (può essere indice di serietà). In ogni caso, l’Iss di sanità suggerisce ai commercianti di vietare la prova degli abiti che possano entrare in contatto con il viso (ad esempio maglioni o altri capi che vengono infilati dalla testa) rappresentando questa pratica un valido strumento per limitare la probabilità di eventuale contaminazione degli indumenti. Bene saperlo!
  • Carta di credito. Meglio pagare con carta di credito e non con contanti, così da non avere resto. Sul sito del ministero della Salute, infatti, suggeriscono di lavarsi le mani dopo aver utilizzato soldi.
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