AgenPress – La pandemia fa sì che vi sia “circa un milione di occupati, tra dipendenti e autonomi, convinto di perdere il lavoro nei prossimi mesi” (620.000 contrattualizzati e quasi 400.000 indipendenti). Il dato affiora da una ricerca della Fondazione studi dei consulenti del lavoro; ci sono, poi, ancora 1,8 milioni che non lavorano, perché in cig, o perché l’azienda ha sospeso l’attività.
“Si aggiungono 2,6 milioni di dipendenti che vedono a forte rischio il proprio futuro lavorativo, sull’onda dello sblocco dei licenziamenti”, proseguono i professionisti.
Stando ad un campione rappresentativo di intervistati, poi, si legge come la maggioranza si preoccupi, in questa fase, più di “salvaguardare il proprio lavoro (32,4%) e di recuperare una dimensione di vita e di lavoro “più sostenibile”, rispetto all’anno appena passato (28,8%)”.
Ne vien fuori, dunque, “un’Italia ancora in mezzo al guado, che deve smaltire gli effetti della crisi (7,5 milioni di lavoratori segnalano una riduzione del reddito) ma che, al tempo stesso, ha visto rivoluzionare modalità e contenuti del lavoro”, giacché “cambiano i modelli organizzativi e cresce il valore riconosciuto alle competenze”, concludono i consulenti del lavoro.