AgenPress. Il vaccino di AstraZeneca è soprattutto destinato a chi ha più di 60 anni, spiega il coordinatore del Cts Franco Locatelli: “è già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età, perchè il rapporto tra i benefici derivanti dalla vaccinazione ed eventuali rischi diventa incrementale con l’età e particolarmente favorevole sopra questa soglia”.
C’è la massima attenzione su eventuali effetti collaterali, che portino poi a considerare cambiamenti di indicazioni: “Proprio in queste ore c’è un’attenzione che definirei suprema per cogliere tutti i segnali che possono in qualche modo allertare su eventuali effetti collaterali che portino poi a considerare dei cambiamenti di indicazioni al vaccino”.
Per Locatelli “quello che si è verificato nella sfortunata ragazza di Genova, cui va tutta la mia attenzione e affetto pone un’ulteriore riflessione, anche alla luce del mutato contesto epidemiologico in quanto la riduzione dei casi che abbiamo nel Paese rende anche più cogente tale riflessione”.
Anche Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, sottolinea che “nel dubbio deve esserci la massima precauzione possibile. Sappiamo che il vaccino Astrazeneca è indicato sopra i 60 anni. Ciò non significa che non possa essere usato al di sotto dei 60 anni, ma è evidente che più si abbassa l’età, minore è sicuramente il rischio di sviluppare la malattia grave, soprattutto magari nelle donne dove sono state osservate alcune di queste complicanze, va usato probabilmente con maggior giudizio e va anche data una risposta a partire da Aifa e poi da tutti gli enti che, anche a livello europeo centrale, fanno la farmaco vigilanza”.
Nel Regno Unito la somministrazione della prima dose con vaccino Oxford-AstraZeneca e Pfizer- BioNTech ha ridotto l’incidenza di nuove infezioni rispettivamente del 61 e del 66 per cento. Dopo il richiamo tale valore sale al 79 e all’80 per cento rispettivamente per AstraZeneca e Pfizer. E’ ciò che emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, condotto dagli scienziati dell’Universita’ di Oxford, che hanno utilizzato i dati dell’Office for National Statistics per valutare l’efficacia delle campagne di vaccinazione contro Covid-19.
Per quanto riguarda invece la questione riaperture discoteche, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, è favorevole per quelle al chiuso iniziando con capienze ridotte: “anche in questo caso ho trovato grande disponibilità da parte dei gestori”, e aggiunge: “se lavoriamo fin da subito, ipotizzare il mese di luglio come il mese della riapertura graduale delle discoteche credo sia un obiettivo raggiungibile.
Da parte loro – annuncia Costa – ci sarà domani la presentazione di un protocollo che dovrà essere sottoposto al Cts, che potrà intervenire e modificarlo e aggiungere elementi di garanzia, prudenza e sicurezza, ma credo che dobbiamo assolutamente darci questo obiettivo, perché parliamo di un settore che occupa oltre 100mila addetti”.
Si chiede “una data per poter pianificare, con regole condivise che tengano conto di quella che deve essere la prudenza, la sicurezza garantita”.
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti evidenzia che “anche le discoteche devono ripartire, l’apertura in ‘modalità ristorante’ non basta per dare una boccata d’ossigeno ai tremila locali in Italia che sono chiusi da mesi e danno lavoro a 100 mila persone”.
“Speriamo che il Comitato Tecnico Scientifico – si augura Toti – in poche ore dia il via libera al protocollo che permetterebbe ai giovani di tornare a ballare in sicurezza con il green pass dal primo luglio”.