AgenPress. “Poco considerati nel Pnrr, completamente ignorati dal Governo ” – sono le parole della presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Amministrativi, Gia Serlenga, pronunciate “in relazione alle norme contenute nel Decreto legge 80 sulle misure per l’efficientamento della Giustizia amministrativa nonostante una formale richiesta di interlocuzione.
Non si comprende la ragione per cui l’unica categoria sistematicamente bypassata, anche quando si adottano norme che incidono sul lavoro quotidiano, sia quella dei giudici amministrativi; non è così per i giudici ordinari. Se l’idea è quella che le nostre posizioni siano tutelate dai colleghi che rivestono incarichi governativi, il più delle volte consiglieri di Stato, evidentemente si ignora prima di tutto la struttura della Giustizia amministrativa.
In ogni caso, gli impegni di smaltimento dell’arretrato che qualcuno ha per noi assunto per il prossimo quinquennio –il 70% a fronte del solo arruolamento a tempo determinato di n. 250 funzionari amministrativi per l’implementazione dell’ufficio del processo, tutti da istruire- non sono realisticamente sostenibili. Il numero complessivo dei magistrati in servizio nei Tar si aggira intorno alle 280 unità; le sentenze devono scriverle i giudici e l’arretrato non si azzera con i dipendenti amministrativi né con la bacchetta magica. L’ufficio del processo può senz’altro essere un ausilio ma va ripensato; nella formula attuale è stato un fallimento. Per tacere del fatto che la concreta regolamentazione di questo smaltimento aggiuntivo è stata sottilmente sottratta all’organo di autogoverno.Ci si augura che gli altri obiettivi del Piano siano stati individuati con più cura e meno approssimazione”.
“Chiederemo – conclude Serlenga – un’audizione in Parlamento, sperando di incontrare maggiore sensibilità nella sede che rappresenta il cuore dei valori democratici”.