AgenPress. Piergiorgio Odifreddi, matematico e saggista, è intervenuto ai microfoni della trasmissioni “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.
Su Papa Ratzinger.
“E’ quasi paradossale che ci siano stati due Papi uno dopo l’altro: uno che si rivolgeva più agli intellettuali d’Europa e un altro che si rivolgeva più ai poveri del terzo mondo. Ed è curioso che il primo sia stato avversato dagli intellettuali mentre il secondo esaltato dagli stessi.
Ratzinger non è mai riuscito ad attirare l’attenzione degli intellettuali, cosa che invece è riuscito a fare Francesco che non parla da intellettuale. Bergoglio segue le aperture del Concilio Vaticano II, Ratzinger invece voleva evitare di perdere tutti i cattolici conservatori-tradizionalisti. Vedremo come si comporterà adesso Bergoglio, se si sentirà più libero di agire riguardo al sacerdozio femminile e sulla comunione ai divorziati”.
Sui rapporti tra Chiesa e cultura laica.
“Fede e ragione sono due approcci diversi alla realtà e alla vita, per tenerli insieme bisogna fare i salti morali. Tutto il dipartimento di fisica aveva firmato contro la prolusione di Benedetto XVI alla Sapienza. Lì c’era la fisica di mezzo, però io credo che tutti i dipartimenti scientifici avrebbero potuto usare lo stesso atteggiamento nei confronti di Ratzinger. La scienza per la chiesa è atea, materialista.
L’atteggiamento che i religiosi hanno nei confronti della morte, l’adorazione e la venerazione dei cadaveri è una cosa preistorica, l’accettazione della morte viene rimossa anche contro la stessa teoria dell’uomo che è fatto di corpo e anima. Bisognerebbe diventare moderni, ma è una cosa che a una Chiesa non si può chiedere”.