Vogliamo tutelare l’onore e la dignità dei militari che fanno parte di quelle categorie che sono state chiamate in causa dal generale Vannacci
AgenPress. Luca Comellini, Segretario Sindacato dei militari , è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Fino a qui tutto bene” condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus.
Il sindacato ha annunciato di voler querelare Vannacci. “Abbiamo ritenuto che, in applicazione dei nostri scopi statutari, ci fosse la necessità di tutelare l’onore e la dignità dei militari che fanno parte di quelle categorie che sono state chiamate in causa dal generale Vannacci. Ci sono anche altre fattispecie di reati che possono essere ipotizzate, ci potrebbe essere l’istigazione a violare le leggi, nel momento in cui il generale prende le distanze dai fatti che potrebbero avvenire in seguito alle sue dichiarazioni già questa è un’excusatio non petita che non ha nessun valore giuridico. Tutti gli organi di stampa si soffermano sulla libertà di espressione. Innanzitutto occorre dire che il codice dell’ordinamento militare garantisce questo diritto ai militari, tranne che su questioni di servizio. E’ ovvio però che quando si esternano delle opinioni poi se ne risponde in base a quella che è la legge. La libertà non può travalicare i limiti, che sono ad esempio quella della continenza.
Sulle denunce di Vannacci sull’uranio impoverito. “Vannacci fece delle denunce da cui partirono indagini che credo si siano risolte con un nulla di fatto. La questione dell’uranio impoverito esiste da 20 anni. A che pro fu fatta quella dichiarazione sull’uranio. Sarebbe stato più opportuno denunciare nell’imminenza dei fatti e non dopo anni, perché c’è stata la Commissione d’inchiesta”.
Sulla creazione del movimento “Il mondo al contrario”, supportato da un ex militare in pensione. “Un militare in congedo, in pensione, è libero di fare ciò che vuole. Io non vedo nessuna fibrillazione in ambito militare. Questi estemporanee nascite di movimenti in passato sono durate da poche ore a poche settimane, tutto qui”,