AgenPress – “Sono rimasta francamente basita dalle dichiarazioni che riguardano la Corte Costituzionale”.
Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa di fine anno parlando delle parole di Giuliano Amato, secondo il quale “in Italia la democrazia è a rischio. Il nostro paese può seguire Ungheria e Polonia. Quella di Fratelli d’Italia e della Lega continuiamo a chiamarla destra, ma di sicuro non ha la cultura politica di Reagan né della Thatcher né di Major. È un’altra cosa, che ha che fare con l’ideologia dell’ostilità e del rancore”.
Secondo il presidente emerito della Corte costituzione è “difficile trovare un costituzionalista che l’approvi. Si tratta di una frode per gli elettori. Meloni continua a sostenere che il premierato elettivo metterà fine ai ricatti dei partiti, invece è il contrario! Questa riforma consente ai partiti il massimo potere di ricatto perché il premier eletto dagli elettori ricava solo l’incarico e prima di avere la fiducia del Parlamento deve avere nominato i ministri”.
“Ad Atreju nel suo discorso conclusivo ha elencato la lista dei nemici: quelli con il reddito di cittadinanza, ma anche un migrante che occupa abusivamente una casa popolare o un carcerato che viene messo in libertà solo perché obeso e in cella non può essere curato”.
Chi difende i diritti delle minoranze, per l’ex premier, viene guardato con ostilità: “È percepita come un nemico anche la Corte Costituzionale, ossia il più alto organo di garanzia della Carta il cui compito è garantire anche i diritti di carcerati, migranti, omosessuali. Agli occhi degli elettori della destra populista le Corti finiscono per apparire espressione e garanzia di quelle minoranze che turbano il loro ordine. L’abbiamo visto – continua Amato – in Polonia e Ungheria: le prime ad essere messe nella lista nera sono state le Corti europee, poi le Corti nazionali”. E questo può succedere anche in Italia: “Non c’è nulla che lo impedisca. Da noi è ritenuto inconcepibile, ma potrebbe accadere”.
“Si pone il problema perché entro il 2024 il Parlamento, che oggi ha una maggioranza di centrodestra, deve nominare 4 giudici della Corte Costituzionale, quindi” ci sarebbe “il rischio di una deriva autoritaria”, prosegue Meloni.
“Questa idea per cui quando vince la sinistra deve poter esercitare tutte le prerogative e quando vince la destra no, temo necessiti di alcune modifiche costituzionali”, credo sia “una deriva autoritaria pensare che chi vince le elezioni non abbia le stesse prerogative della sinistra”.
Meloni ha ironizzato spiegando che i dem potrebbero proporre una riforma che preveda che “i giudici” siano “nominati dal Pd, sentiti i pareri di alcuni intellettuali e di Giuliano Amato” aggiungendo che lei non la voterebbe.
“Io non penso che se una maggioranza di centrodestra eserciti le stesse prerogative della ci sia una deriva autoritaria. Il tempo in cui la sinistra ha più diritti di altri è finito”.