AgenPress. La Guardia di Finanza di Torino ha concluso un’articolata indagine (convenzionalmente denominata “Operazione Eldorado”) nei confronti di un sodalizio criminoso dedito alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e al riciclaggio, che ha consentito di segnalare alla Procura della Repubblica di Ivrea 66 soggetti coinvolti a vario titolo (tra i quali i rappresentanti legali di alcune società formalmente operanti nel settore edilizio, ma di fatto inesistenti), nonché di eseguire 5 misure cautelari personali e un provvedimento di sequestro per oltre 12 milioni di euro.
L’attività, condotta dal 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Torino e coordinata dalla Magistratura eporediese, ha tratto origine da una denuncia presentata dall’Ufficio Antifrode di Poste Italiane in relazione all’operatività fraudolenta di talune società che, ricorrendo a “prestanome”, avevano illecitamente fruito della cessione dei crediti fiscali in materia di ristrutturazioni e riqualificazioni edilizie (cd. “Ecobonus”), ai sensi del Decreto Legge n. 34/2020 (avente a oggetto: “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID- 19”).
Le indagini, svolte anche mediante la meticolosa analisi dei flussi finanziari, oltre a consentire l’individuazione dei nr. 4 principali ideatori della frode, hanno permesso di identificare sia ulteriori nr. 62 soggetti (tra “prestanome” e titolari di società corree), sia le società destinatarie dei flussi finanziari asseritamente maturati a fronte di lavori di ristrutturazione edilizia mai avvenuti.
Le Fiamme Gialle torinesi hanno quindi ricostruito il meccanismo criminoso – finalizzato alla commercializzazione e alla successiva monetizzazione di crediti d’imposta fittizi per un valore complessivo di oltre 12,5 milioni di euro -, acclarando che i promotori dell’associazione, della quale è risultato fare parte anche un dipendente dell’ufficio postale di Venaria Reale (TO), avevano reclutato soggetti “prestanome” cui intestare numerose società (inesistenti e non operative) e rapporti di conto corrente.
Questi soggetti, utilizzando le credenziali di accesso ai conti correnti delle neo-costituite società, richiedevano crediti d’imposta fittizi collegati a lavori di ristrutturazione inesistenti per poi cederli a 6 società operanti nel nord Italia coinvolte nel sistema illecito le quali, infine, mediante operazioni finanziarie atte a ostacolare la ricostruzione dei flussi monetari, cedevano e monetizzavano i crediti indebitamente conseguiti. Il G.I.P. del Tribunale di Ivrea, condividendo l’impianto accusatorio dei Finanzieri, ha emesso un provvedimento cautelare di custodia in carcere nei confronti di 2 responsabili, agli arresti domiciliari per altri 2 e dell’obbligo di dimora nei confronti di un quinto soggetto.