Da tempo, auspichiamo che il popolo prenda coscienza, esca dal torpore dell’ assuefazione e avvii un nuovo Risorgimento
AgenPress. L’attenzione di questi giorni viene monopolizzata dalla discussione sul terzo mandato per i presidenti delle regioni e i sindaci dei comuni. E’ uno scontro di potere fra Lega e i sodali della maggioranza, non solo. Sono in “palio” le presidenze di Regioni importanti quali il Veneto e la Lombardia, che ha votato da poco, tenuti dalla Lega.
Salvini sta combattendo per frenare la erosione del suo partito a beneficio del Partito della Meloni e Zaia “disoccupato” sarebbe un aspirante “pericoloso” alla segreteria leghista.
Le opposizioni? Il PD fiancheggia la presidente del Consiglio anche nella riforma della Costituzione, che sostanzialmente l’abroga. Anche sul terzo mandato si attesta con Fratelli d’Italia e molla Bonaccini presidente dell’Emilia e presidente del PD, oltre a numerosi amministratori.
Bonaccini che non potrebbe correre per il terzo mandato e beneficiare dell’Autonomia Differenziata, di cui, assieme ai presidenti del Veneto e della Lombardia è stato patrocinatore, (oggi per dovere di copione ha……cambiato spartito). I centrini, gli strani nemici Renzi e Calenda, giocano una partita di rimessa per trarre benefici dalla confusione.
Come si vede la politica è solo un richiamo.
Tanto interesse per la vicenda del terzo mandato ma non c’è mobilitazione contro il disegno eversivo del “premierato”, che verrebbe introdotto con un Parlamento esangue e con poteri decisionali distribuiti “altrove”. Il terzo mandato è un problema di potere, mentre il vero tema è la gestione democratica delle regioni e dei comuni.
Oggi con la elezione diretta tutto il potere è in mano ai presidenti e ai sindaci. La vita delle regioni e dei comuni dipende da una “dittatura”. I consigli regionali e comunali sono condizionati dalla minaccia di scioglimento. Allora perché non prevedere la sfiducia costruttiva e restituire alle Assemblee, che, sono elette, ruolo e prerogative?
(o ritornare alla elezione di secondo grado per i presidenti e i sindaci).
Si attenuerebbe la questione del terzo mandato. Nessuno penserebbe di limitare i mandati per i parlamentari …..allo stato nominati e non eletti con le preferenze. Ma la corrente va al contrario della ragione.
Oggi si invoca …tutto il potere al premier (nella rivoluzione di ottobre…tutto il potere ai Soviet) e un Parlamento dipendente dall’Esecutivo. Vi è una minaccia alla nostra democrazia. Il mondo della cultura si elasticizza, si,adegua e si mette in fila come bravi soldatini nell’ora del “rancio”.
Forza Italia sta celebrando il suo Congresso. Non echeggia il grido berlusconiano per la Libertà. Da tempo, auspichiamo che il popolo prenda coscienza, esca dal torpore dell’ assuefazione e avvii un nuovo Risorgimento. Sarà il terzo e sarà un tributo alla storia migliore del Paese che ritrova la sua anima!
Mario Tassone