Agenpress. Il 28 ottobre le forze di sicurezza irachene hanno ancora una volta fatto ricorso alla forza eccessiva e letale per disperdere una folla di manifestanti prevalentemente pacifici nella città meridionale di Kerbala, uccidendo almeno 14 persone e ferendone oltre 100.
Dalle testimonianze oculari e dall’esame e geo-localizzazione delle immagini, Amnesty International ha verificato che le forze di sicurezza irachene hanno usato proiettili veri e gas lacrimogeni contro manifestanti pacifici che stavano prendendo parte a un sit-in in largo Tarbiya e diretto le camionette contro la folla.
“A Kerbala abbiamo visto scene orribili: le forze irachene hanno sparato proiettili veri contro i manifestanti e hanno usato forza eccessiva e spesso letale per disperderli in modo del tutto sconsiderato e illegale. Queste scene sono tanto più sconvolgenti dato che arrivano dopo che le autorità avevano assicurato che non avrebbero più fatto ricorso a quel livello estremo di violenza che aveva caratterizzato l’azione delle forze di sicurezza nel corso del mese”, ha dichiarato Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International.
“Secondo il diritto internazionale, le forze di sicurezza devono astenersi dall’uso delle armi da fuoco se non quando vi sia un’imminente minaccia di morte o di ferimento grave e non sia possibile ricorrere ad altri metodi. Le testimonianze oculari ci dicono chiaramente che non è andata così. Le autorità irachene devono tenere sotto controllo le loro forze di sicurezza per impedire ulteriori bagni di sangue”, ha aggiunto Maalouf.
Secondo l’Alta commissione indipendente per i diritti umani in Iraq, nella seconda ondata di proteste, iniziata il 24 ottobre a Baghdad e in altre province irachene, sono stati uccisi almeno 77 manifestanti e ne sono stati feriti 3654.
Un testimone oculare ha riferito ad Amnesty International che già nei giorni precedenti le forze di sicurezza avevano affrontato i manifestanti coi gas lacrimogeni e coi manganelli ma che, la notte del 28 ottobre, la violenza è stata assai peggiore.
“Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro i manifestanti. Poi una camionetta ha iniziato a inseguire le persone che fuggivano lungo la piazza per investirle. È stato puro orrore. C’erano donne e bambini. I bambini urlavano di paura. Le forze di sicurezza hanno disperso la folla spingendola verso le vie interne”, ha dichiarato l’uomo.
Un medico in servizio presso l’ospedale al-Hussein di Kerbala ha raccontato che i manifestanti trasportati al pronto soccorso presentavano ferite da schegge e da armi da fuoco alle gambe, allo stomaco, agli occhi e alla testa. Nei giorni precedenti si erano presentate persone con ferite da pestaggio. Il 27 ottobre agenti in borghese delle forze di sicurezza erano entrati nell’ospedale portando via una cinquantina di presunti manifestanti.
“Hanno preso decine di persone dall’ospedale. Persino i minorenni. Uno di loro aveva 14 anni”, ha dichiarato il medico.
Un altro testimone oculare ha raccontato che inizialmente le forze di sicurezza hanno ammonito a voce i manifestanti affinché non superassero l’ingresso oltre il quale si trovano gli uffici governativi. Alcuni manifestanti hanno ignorato l’avviso e sono stati respinti coi gas lacrimogeni e le granate stordenti.
“Hanno usato tantissimi gas lacrimogeni. Persino i soldati stavano soffocando e si sono allontanati. Allora i manifestanti hanno iniziato a dare fuoco agli pneumatici e lanciare pietre. Alle 20 sono stati usati per la prima volta i proiettili veri, in modo sempre più massiccio”, ha dichiarato il testimone.
Alle 23 si sono palesati i veicoli della polizia antisommossa e hanno iniziato, come già fatto nel fine settimana, a puntare i manifestanti.
Un ulteriore testimone ha raccontato che, mentre stava prendendo parte a una manifestazione per lo più pacifica, ha sentito colpi d’arma da fuoco partire dall’area prossima agli uffici governativi. Di lì a poco uomini delle forze di sicurezza vestiti di nero hanno attaccato i manifestanti.
“A un certo punto c’erano fino a 10 camionette lanciate verso i manifestanti e da dentro venivano sparati colpi in aria. Abbiamo arretrato. Sono rimasti feriti anche dei soldati. Hanno fermato dei manifestanti e li hanno picchiati in modo selvaggio. Hanno preso anche me e mi hanno colpito alla testa. Intanto proseguivano a sparare senza sosta. Tra i manifestanti c’erano anche ragazzini di 12 anni”.
Un’altra testimonianza ha fatto luce sulle agghiaccianti condizioni di detenzione nella sede del reparto anticrimine della polizia di Kerbala.
“C’era sangue su tutte le pareti. Tra i fermati c’erano anche dei minorenni. Sentivamo le urla dall’altra stanza”, ha raccontato il testimone, che ha aggiunto di aver visto almeno un ragazzo perdere sangue dalla bocca dopo essere stato colpito al volto e un altro ferito cui venivano negate le cure mediche.
“Le autorità irachene devono ordinare un’inchiesta indipendente e imparziale su quanto accaduto la notte del 28 ottobre a Kerbala e assicurare che i responsabili siano chiamati a rispondere del loro operato”, ha commentato Maalouf.
Amnesty International chiede inoltre alle autorità irachene di porre fine agli arresti arbitrari e annullare il coprifuoco imposto in diverse province del paese, compresa la stessa Kerbala.