Agenpress – “A vent’anni di distanza si è percorso tutto il possibile e immaginabile. Si è percorsa una seconda Repubblica derivante da un bipolarismo che si è affermato in Italia, un bipolarismo anomalo, non tra un partito conservatore e uno social democratico, bensì tra un’area di centrodestra guidata da Berlusconi e un’area di centrosinistra anti berlusconiana.”
Lo dice Fabrizio Cicchitto, ex parlamentare di Forza Italia, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, intervistato dal direttore Gianluca Fabi ad Hammamet nel corso delle celebrazioni per il ventennale della scomparsa di Bettino Craxi.
“Questo bipolarismo italiano ha avuto una conseguenza: la costruzione di coalizioni totalmente disomogenee, buone per le elezioni, ma non per governare. Una volta vinceva il centrodestra, poi perdeva alle elezioni successive, stessa cosa per quanto riguarda il centrosinistra. Questo bipolarismo è crollato nel 2011 con la crisi economico-recessiva durissima che abbiamo avuto”.
“C’è stato il governo Monti lacrime e sangue, appoggiato da PD e PDL, che entrambi hanno pagato alle elezioni del 2013, con l’esplosione di un movimento di pura protesta come i 5 Stelle. E quando questo Movimento è andato al governo con la Lega il fallimento è stato dichiarato dalla sua stessa crisi. E non è che oggi il rovesciamento dell’alleanza da gialloverde a giallorossa sia il meglio ipotizzabile. Questo può portare ad una riflessione: la decapitazione di tutta una classe dirigente, senza voto ma attraverso il circo mediatico-giudiziario, non ci ha portato ad accentuare la crisi anziché superarla? Il riflesso che stiamo vivendo qui ad Hammamet, con il film e i libri su Craxi è esattamente questo. Si apre in una parte della gente la riflessione: ma come è stata la storia pregressa visti i guai in cui siamo oggi?”.
Secondo il Censis molto italiani vorrebbero l’uomo forte al potere. “E’ molto complicata la questione. L’uomo forte può avere varie versione, anche perché alle spalle abbiamo il ventennio fascista dove al comando c’era un uomo fortissimo con conseguenze autoritarie, di gestione anche violenta del potere.
Ci può essere un uomo forte con dei forti contrappesi, un presidenzialismo accompagnato da un monocameralismo di controllo oppure un uomo forte con parlamento debole. La prima ipotesi è secondo me fisiologica, la seconda ipotesi è pericolosa.
Craxi stava in un sistema di pesi e contrappesi, Salvini non mi sembra stia in questo quadro. Anche se il leader leghista mi pare ondeggi, visto che qualche tempo fa ha fatto un appello a un governo di unità nazionale che detto da lui è stravagante. Lui poi ha sempre seguito il principio per cui aveva campo libero rispetto al suo mondo anche l’estrema destra fascista, ultimamente invece ha fatto un convegno sull’antisemitismo prendendo le distanze da CasaPound. Ho l’impressione che anche lui stia in una fase di riposizionamento di cui ancora non conosciamo lo sbocco, però non mi dà nessuna certezza perché finora un disegno istituzionale e politico-culturale specifico non l’ha espresso, ha puntato a cavalcare tutte le tigri che circolavano nello zoo politico italiano”.
Sul centrodestra unito. “Parlo a titolo personale. Io ho creduto nel centrodestra a guida Berlusconi quando questo serviva a bloccare una deriva giustizialista, fondata da una parte su un pezzetto di magistratura e dall’altra daun PDS anch’esso ultra giustizialista e Berlusconi ha il merito storico di aver bloccato tutto questo.
Inoltre ci fu la trasformazione dell’Msi in un soggetto più moderato come AN. Oggi ci sarebbe la situazione inversa: una debolissima Forza Italia, una forte FDI e una fortissima Lega. Rispetto a ciò mi vengono i brividi dietro la schiena e mi tengo lontano. Non vedo però un’alternativa credibile a sinistra. Il PD mi sembra in preda a ondeggiamenti singolari.
Anche il fatto che ad Hammamet non abbia avuto il coraggio di inviare una delegazione ufficiale è stata la manifestazione di un tragico errore e di un complesso non ancora risolto. Se oggi si tornasse alle urne io non saprei per chi votare.
Mi sembra che PD e M5S si stiano orientando per un sistema elettorale proporzionale con uno sbarramento alto. Questo è un pugno in un occhio a due alleati del PD: Leu e Renzi. Proporre una cosa che ipotizza la morte di Renzi e lamentarsi perché Renzi non sta al gioco e non li segue alle regionali pugliesi e della Calabria e gli tira calci negli stinchi sulla prescrizione, è nell’ordine normale delle cose”.