Agenpress – “Alcuni americani dovrebbero essere chiari su questo: la Cina non è il loro nemico. La comunità internazionale deve unirsi per vincere la lotta contro il virus”.
Così il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, in risposta all’ipotesi del presidente Donald Trump di invio di un team in Cina per indagare sull’origine della pandemia da coronavirus, ventilando misure corrispondenti in caso di responsabilità.
“Speriamo che queste persone negli Stati Uniti rispettino i fatti, la scienza e il consenso internazionale. Dovrebbero smettere di attaccare e incolpare la Cina, smettere di fare osservazioni irresponsabili e concentrarsi maggiormente sul contenimento interno e sulla cooperazione internazionale”.
Domenica, il presidente Donald Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti vogliono inviare investigatori in Cina, ma che le precedenti richieste in tal senso sono state respinte.
Geng ha anche invitato la comunità internazionale a “unirsi per cooperare, invece di puntare le dita a vicenda o addirittura chiedere un risarcimento”, riferendosi alle notizie secondo cui i legislatori repubblicani negli Stati Uniti avevano introdotto la scorsa settimana una legislazione che consente agli americani di fare causa al governo cinese per disinformazione sul virus.
Inoltre, Geng ha affermato che la richiesta dell’Australia di una “revisione indipendente” di come il virus è iniziato in Cina è stata “irriverente”. Ha esortato l’Australia a fare di più per migliorare i legami bilaterali, in particolare la cooperazione bilaterale nella lotta contro la pandemia, invece di “fare eco a un determinato paese e seguire le sue orme per sollevare la questione”.