Università. In 15 anni perse oltre 37mila matricole. Metà laureati andrebbero all’estero

Agenpress – Dopo il calo vistoso fino all’anno accademico 2013/14, dal 2014/15 c’è stata una ripresa delle immatricolazioni che sono arrivate nel 2018/19 a +11,2% rispetto al 2013/14. Nonostante ciò, dal 2003/04 al 2018/19 le università hanno perso oltre 37mila matricole, con una contrazione del 11,2%. Il calo delle immatricolazioni è più accentuato nelle aree meridionali (-23,6%), tra i diplomati tecnici e professionali e tra coloro che provengono dai contesti familiari meno favoriti. Emerge dal Rapporto Almalaurea.

La disponibilità a lavorare all’estero è dichiarata dal 47,3% dei laureati (era il 41,5% nel 2009): è il 48,8% per i laureati di primo livello, 43,3% per i magistrali a ciclo unico e 46,1% per i magistrali biennali. Il 31,8%, inoltre, è addirittura pronto a trasferirsi in un altro continente. Si rileva una diffusa disponibilità ad effettuare trasferte anche frequenti (28,1%), ma anche a trasferire la propria residenza (48,1%).

Solo il 3,1% non è disponibile a trasferte. Fare un’esperienza di tirocinio formativo e di orientamento o un’esperienza di studio all’estero con un programma europeo sono carte vincenti da giocare sul mercato del lavoro: a parità di condizioni, infatti, certifica infine lo studio, il tirocinio si associa a una probabilità maggiore del 9,5% di trovare un’occupazione a un anno dalla conclusione del corso di studio, mentre le esperienze di studio all’estero riconosciute dal proprio corso di studio aumentano le chance occupazionali del 12,9%.

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