AgenPress. La Magistratura Onoraria si prepara a dar corso a una nuova e durissima stagione di astensioni che vedrà il proprio inizio il 12 ottobre. Incroceremo le braccia per cinque giorni, perché i cittadini e le Istituzioni, nazionali e sovranazionali, sappiano quanto sta accadendo.
Desta particolare sgomento che le linee nazionali per il Piano di ripresa e resilienza del 15 settembre non menzionino, volutamente, nel settore delicatissimo e specifico della Giustizia, in perenne affanno e ritardo, la risorsa che noi, 5000 lavoratori in servizio, rappresentiamo: non si legge una sola parola su di noi.
Eppure, in Commissione Giustizia, settimanalmente, i Senatori della Repubblica discutono del destino economico e giuslavoristico dell’intera categoria. Non è intenzione del Governo evidenziare alcunché sulla magistratura onoraria laddove si tratti di risorse del Recovery Fund.
La motivazione è ben chiara: inserire la Magistratura Onoraria quale autentica e imprescindibile risorsa dello Stato nei documenti ufficiali, condurrebbe a dover ammettere che esiste, mentre i piani della tecnostruttura ministeriale, la medesima a cui si deve la c.d. “riforma Orlando”, puntano a nascondere la polvere sotto il tappeto, a negare i principi sanciti dalla CGUE lo scorso 16 luglio e a persistere nello sfruttamento silenzioso, camuffato da volontariato, ove non esistono diritti previdenziali e tutela della malattia.
Recenti esternazioni di esponenti della Maggioranza confermano questo impianto. Abbiamo già chiesto di essere ricevuti, in delegazione, dal Presidente della Repubblica. Ora, alla luce di pubbliche affermazioni che inequivocabilmente evidenziano quanto la politica abbia abdicato alle posizioni dei tecnocrati, chiediamo a Voi, Ill.mi Presidenti, una convocazione urgente.
Chi ha un mandato parlamentare deve perseguire il bene del Paese e dei suoi cittadini, oltre all’efficienza del sistema, non piegarsi alle “ragioni” dei tecnocrati ministeriali.
È in virtù di questa plateale abdicazione della politica, in violazione del mandato elettorale e delle regole della democrazia, che chiediamo le dimissioni del Ministro Bonafede e che i relatori di maggioranza incaricati di redigere il testo di riforma della magistratura onoraria rinuncino a tale ruolo.
Con questo intendimento, per garantire il funzionamento della giustizia e tutelare i diritti dei magistrati onorari, informeremo le Autorità sovranazionali con puntualità di ogni persistente abuso ai nostri danni e, di riflesso, ai danni dell’intera collettività.