Gregoretti. Magdi Allam: “colpo di scena, coinvolto nel processo tutto il precedente governo”

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AgenPress –  “Dopo quasi quattro ore di udienza a porte chiuse e più di un’ora e mezza di Camera di Consiglio si è risolta con un colpo di scena l’udienza preliminare del processo all’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato dal Tribunale dei Ministri di Catania di aver “abusato dei suoi poteri privando della libertà personale 131 migranti a bordo dell’unità navale Gregoretti della Guardia costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio”, quando fu disposta l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nell’ambito di un accordo per la distribuzione dei migranti in altri cinque paesi dell’Unione Europea.”.
Così Magdi Cristiano Allam sulla sua pagina Facebook.
“La difesa di Salvini, assunta dall’avvocato e senatore della Lega Giulia Bongiorno, aveva chiesto sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste, in subordine approfondimento probatorio da parte del giudice al fine di accertare se le procedure di sbarco indicate nel capo di imputazione sono tutt’ora seguite dal governo Conte 2, anche procedendo all’audizione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
Il Pubblico ministero Andrea Bonomo, che rappresenta l’accusa, ha confermato la richiesta già formulata dal Capo della Procura di Catania Carmelo Zuccaro, di non luogo a procedere e di archiviazione perché il fatto non sussiste.
Invece il Gup, Giudice dell’udienza preliminare, Nunzio Sarpietro, non solo non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata sia dalla difesa sia dall’accusa, non solo non si è limitato all’audizione in subordine del solo ministro dell’Interno Lamorgese, ma ha coinvolto nel processo tutto il precedente governo chiedendo l’audizione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, degli ex ministri della Difesa Elisabetta Trenta e delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, del ministro dell’Interno Lamorgese, del Capo della rappresentanza italiana presso l’Unione Europea Maurizio Massari.
Il Tribunale dei ministri di Catania che aveva richiesto al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, concessa dal Senato lo scorso 12 febbraio, è composto dai giudici Nicola La Mantia, Sandra Levanti e Roberto Corda, gli stessi che si erano già pronunciati sul caso della nave Diciotti, tutti e tre iscritti a Magistratura Democratica, la corrente di sinistra dell’Associazione Nazionale Magistrati, il sindacato a cui aderisce il 90 per cento dei magistrati.
Queste furono le parole di Salvini: “A firma del Presidente del Tribunale dei ministri La Mantia, iscritto a Magistratura Democratica, viene trasmesso al presidente del Senato che Salvini sarebbe colpevole di reato di sequestro di persona aggravato abusando dei suoi poteri. Rischio fino a 15 anni di carcere. Ritengo che sia una vergogna che un ministro venga processato per aver fatto l’interesse del suo Paese”.
Sempre Salvini disse: “È la prima volta in Europa che un ex ministro è a processo non per reati economici, ma per un’azione di governo. Occorre una riflessione su qual è il confine tra l’azione di governo e quella della magistratura. Domani potrebbe andare a processo il ministro della Scuola, dei Trasporti o del Lavoro per una scelta politica. Giudicare in Tribunale una scelta politica. La riforma delle pensioni che il governo vuole fare la contesto, ma mai nella vita li porterei in Tribunale”.
Il Capo della Procura di Catania Carmelo Zuccaro, che per due volte ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico di Salvini perché il fatto non sussiste, aveva manifestato in un’audizione in Parlamento posizioni critiche nei confronti delle Ong (Organizzazioni non governative) che con le loro navi sbarcano gli stranieri clandestini in Italia, sostenendo che si tratta di un disegno teso a sovvertire l’ordine economico e sociale italiano attraverso il massiccio afflusso di migranti.
Nunzio Sarpietro, il giudice che ha coinvolto tutto il precedente e in parte attuale Governo nel processo a carico di Salvini, in un’intervista rilasciata lo scorso 30 settembre a ienesiciliane.it, ha detto: “Ero iscritto a Magistratura Indipendente, ma sono andato via proprio perché non ho mai condiviso il sistema che da tanti anni governa la magistratura. A me Palamara non lo dice nessuno. Io da Palamara e da quel sistema sono stato danneggiato e più di una volta. Mi sono occupato della tangentopoli catanese e ho diretto il Gip (Giudice per le indagini preliminari) di Trieste.
Quando avevo tutti i numeri per aspirare a presiedere la Corte d’appello di Torino sono stato fatto fuori dal sistema Palamara”.
Luca Palamara è stato Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati dal 2008 al 2012, nel 2014 è stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura eletto nella corrente di centro “Unità per la Costituzione”, nel 2019 è stato sospeso dal Csm dopo essere stato indagato per corruzione concernente compravendite di sentenze e per fuga di informazioni interne al Csm. Nel giugno 2020 è stato espulso dall’Anm.
Cari amici, il processo a Matteo Salvini sul caso Gregoretti che ha finito per coinvolgere tutto il Governo nonostante la richiesta di archiviazione sia della difesa sia dell’accusa perché il fatto non sussiste, è frutto di uno scontro interno alle correnti politiche che connotano la realtà della magistratura, un male assoluto per uno Stato di diritto denunciato lo scorso giugno dallo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando è esploso lo scandalo Palamara. Fa riflettere anche il fatto che l’udienza di Salvini sia stata fissata nella ricorrenza del tragico naufragio di Lampedusa avvenuto il 3 ottobre 2013 con 368 migranti morti. Per una sana democrazia e per il bene degli italiani è vitale che ci sia una netta separazione dei tre poteri dello Stato, che la magistratura cessi di essere inquinata dalla politica e di operare come il soggetto politico più potente”.
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