AgenPress. “Dobbiamo ascoltare i bisogni reali del Paese, ponendo fine all’autoreferenzialità. Il conflitto Draghi-Conte è incomprensibile e rappresenta un ostacolo per il Paese. Sono passati dieci anni da quando l’allora presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, per salvare l’euro da una serie di speculazioni internazionali pronunziò la famosa frase: “Whatever it takes”, “Costi quel che costi” o, tradotto diversamente: Farò, faremo, tutto ciò che è necessario, pur di salvare l’euro, l’Europa, l’Italia tutta dal rischio bancarotta. Ed è quanto gli italiani si attendono che Draghi torni a dire anche oggi, come un impegno forte e chiaro, che vada oltre le bizze dei diversi leader, Cinquestelle in primis.
Che il Premier possa essere stanco di questo clima di assoluta precarietà in cui tanti politici sembrano sentirsi a proprio agio è del tutto comprensibile. Abbiamo bisogno di coordinate chiare, di una bussola che permetta di orientarsi in un contesto sempre più confuso e costantemente esposto a un rischio altissimo di default; ma per alcuni tutto ciò può essere ridotto a una sorta di gioco di società, in cui è possibile assumere qualsiasi posizione, per poi azzerare i risultati ottenuti e ricominciare da capo.
Oggi come 10 anni fa ci si affida ancora a Mario Draghi, alla sua competenza, alla sua affidabilità, alla sua resilienza. Non può abbandonare un Paese alla deriva, perché farebbe pagare a tutti gli italiani il prezzo di errori commessi da una piccola, anche se agguerrita, frangia di politici improvvisati”.
Lo scrive in una nota Paola Binetti, senatrice dell’Udc.