AgenPress – Il Servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha accusato le autorità ucraine responsabili dell’omicidio di Darya Dugina, una giornalista russa.
La cittadina ucraina Natalya Vovk ha eseguito l’omicidio premeditato dal servizio speciale ucraino, ha affermato l’FSB in una nota.
Secondo la ricostruzione fornita dai servizi russi, la Vovk e sua figlia sarebbero arrivate in Russia a bordo di una Mini Cooper alla quale sarebbero state applicate tre targhe diverse: la prima della Repubblica di Donetsk, per varcare il confine, la seconda del Kazakhstan, usata a Mosca, e la terza dell’Ucraina per uscire dal Paese. “Per organizzare l’uccisione della Dugina e raccogliere informazioni sulle sue abitudini di vita”, aggiunge l’Fsb, la Vovk “ha affittato un appartamento a Mosca vicino a dove viveva la vittima”. Infine, la sera stessa dell’attentato, la donna e la figlia avrebbero partecipato alla conferenza di Zakharovo.
“Il giorno dell’omicidio, Vovk e Shaban erano al festival letterario e musicale Tradition, dove Dugina era presente come ospite d’onore.
“Dopo aver commesso un’esplosione controllata di un’auto Toyota Land Cruiser Prado, guidata da Dugina, il 21 agosto, Vovk, insieme a sua figlia, è partita attraverso la regione di Pskov per l’Estonia”, ha aggiunto la dichiarazione.
“Il crimine è stato preparato e commesso dai servizi di sicurezza ucraini”, ha affermato nel comunicato l’Fsb. E fuggita subito dopo l’attentato in Estonia attraverso la regione russa di Pskov. Le autorità di Vilnius hanno sottolineato di non aver ancora ricevuto alcuna richiesta di estradizione da Mosca.
E pochi minuti dopo che l’auto della Dugina era partita, l’agente ucraina avrebbe azionato a distanza la carica esplosiva posta sotto il sedile di guida. Fonti della sicurezza citate dalla Tass ipotizzano che la bambina potrebbe essere stata usata dalla madre per piazzare l’ordigno. Le mosse di Natalya Vovk sarebbero state ricostruite passo passo da varie telecamere di sorveglianza e parte delle immagini sono state diffuse dall’Fsb. La donna appare in primo piano durante le ispezioni della polizia di frontiera alla sua auto all’entrata e all’uscita dalla Russia e mentre, secondo le stesse fonti, cerca di entrare in un condominio di Mosca dove risiedeva la Dugina. Fin qui le notizie ufficiali ma sui canali Telegram abbondano altre presunte informazioni e ricostruzioni. Un gruppo di hacker russi, RaHDit, ha affermato per esempio che la Vovk appartiene al battaglione ucraino Azov e ne ha pubblicato anche il presunto tesserino militare, ma le autorità di Mosca non hanno confermato tale ipotesi. E il battaglione ucraino ha fatto sapere di non avere nulla a che fare con la donna.