AgenPress. Ritengo che è il momento di prendere le distanze da quanti, dopo la “rivoluzione giudiziaria” del 1994 hanno condannato la “prima repubblica” ed esaltato la “seconda” (un puro artificio di settarismo parolaio).
Considerando gli accadimenti del presente il giudizio sulla prima fase della Repubblica non può che essere rivisto. In quella stagione così generosa di conquiste civili le luci prevalevano sulle ombre. Oggi le ombre si addensano in quantità rendendo sempre più incerto il cammino.
Si corrisponde alle attese del Paese se si sa dove andare e per fare cosa. Il tragitto diventa sicuro se si spazia dove valori e ideali orientano e danno forza. Oggi parlare di valori non affascina. La gente è rapita dalle acrobazie di un’esperta classe dirigente.
La “scelta di vita” non esiste. Ci sono signorie ben radicate e tanti che cercano di inserirsi a “qualsiasi costo”. Per questi “tanti” non ci sono né fede né idee. Questa è crisi morale che rende incerto il futuro. C’è un sovvertimento e vince il disvalore.
Per un seggio in Parlamento si nega il proprio passato e la propria dignità. Non esiste vergogna. Tutto questo sbanda il Paese. Crollano i riferimenti morali, i leader sono capi bisognosi di avere sudditi.
I sudditi non hanno idee, nessun dominio solo la disponibilità ad accogliere elargizioni a qualsiasi prezzo.
Ricordo che nella DC il cambio di una corrente era una sofferenza oggi si va come una palla di bigliardo con tranquillità perché gli anticorpi verso comportamenti incomprensibili sono quasi scomparsi. Si criticano i perdenti non i furbi e gli scaltri. Ma non sono pessimista. Il sistema mostra segni di cedimento.
La Meloni ha fatto il governo e bisogna augurarle una buona navigazione. Ma la sua nave va in mare aperto con un equipaggio rissoso e poco rassicurante. È tempo di un nuovo Rinascimento: un ritrovato umanesimo che spazzi l’effimero. Bisogna ritrovare la fiducia in se stessi e non per comodità riporla in caste autoreferenziali. Il tempo va vissuto senza sfuggire dalla responsabilità. E’ tempo dell’agire, tempo delle certezze, dei riferimenti istituzionali sicuri.
Va combattuta la selva di tanti poteri che hanno svuotato le istituzioni di democrazia rappresentativa. Una miriade di centri decisionali, inespugnabili fortilizi di soprusi e inganni, un reticolato di una burocrazia oppressiva che lucra sulle spalle dei cittadini. Svoltare pagina.
Un nuovo Rinascimento, quindi, iniziando dalla legge elettorale che elimini la vergogna dei nominati e mette in condizione i cittadini ad essere i protagonisti della rigenerazione morale. Le preferenze innanzitutto per scoprire le tante debolezze di…….potenti…..solo nella presunzione.
Mario Tassone