AgenPress. Una uscita senza rumore così come era nel Suo carattere. Enzo era discreto anche se le vicende della vita lo avevano posto al centro di un fuoco concentrico da chi nei primi anni ‘90 si sentiva investito di una missione salvifica di facciata, sostanzialmente una rozza operazione di potere. Enzo era un fine itellettuale, un osservatore attendo,un forziere di umanità.
Commentava e narrava gli “accadimenti” senza preconcetti, ma con il rigore del ragionamento distante da faziosità. Una cultura vera, una ricerca di energie su cui far leva per continuare la sfida per la democrazia e la libertà: lo scopo di tutta la Sua vita.
Le numerose riunioni fatte nel Suo studio di Via dei Prefetti avevano come obiettivo la ripresa del dialogo fra quanti avevano vissuto la esperienza democristiana, per ricomporre un patrimonio di valori. Era il Suo il tentativo di riannodare una storia interrotta da rese insensate.
Le riunioni di Via dei Prefetti non hanno sortito risultati, ma hanno fotografato realtà ormai diverse non più stimolate da principi: la crisi della politica e la beffarda vittoria della conservazione personale. Con Enzo siamo stati negli scranni accanto dal 2008 al 2013. Era una persona piacevole, arguta, ironica.
Ci divertivamo con Savino Pezzotta, caro amico, che era accanto a noi, musone, sempre pensieroso. Non ho sentito mai Enzo parlare male di qualcuno, nemmeno di coloro che gli avevano recato dolore immenso. Non l’ho visto mai abbattuto, ma sempre pronto a intervenire con puntualità e pacatezza.
La grande pacatezza di Enzo Carra che stride con l’immagine di un Uomo condotto in ceppi per volontà di alcuni procuratori protagonisti della rivoluzione giudiziaria, che hanno abbattuto i partiti e hanno modificato la “natura” della nostra democrazia.
Di Pietro proseguiva così nel progetto di demolizione sostanziale dei diritti, che una sinistra post comunista e frange che provenivano dalla D.C. erano pronti, se ci fossero state le condizioni, ad eleggerlo Capo dello Stato con pieni poteri (fu comunque ministro).
Enzo Carra fu la vittima della infamia di un Paese smarrito. La dignità di Carra è una lezione per tutti. Era approdato all’Udc, ma nel 2013 non fu ricandidato: la rivoluzione giudiziaria anti politica proseguiva con altri sistemi e con altri uomini, sempre pronti alle conversioni fruttuose.
Con Enzo ci ritenevamo quasi gemelli. Eravamo nati lo stesso anno, lo stesso mese e lo stesso giorno. L’8 agosto ci scambiavamo gli auguri. Io ero il primo a raggiungerlo per telefono. Solo lo scorso anno mi precedette. Era soddisfatto perché era riuscito ad “anticiparmi”. Mi disse è bello ritrovarsi in questo giorno.
Nei prossimi 8 agosto, fin quando il Signore vorrà, non ci saranno le telefonate e avvertirò sempre più la solitudine. Mi accompagnerà sempre il ricordo struggente di un amico caro che mi ha fatto il dono del Suo affetto. Enzo: testimone di compostezza e di dignità!
Mario Tassone