AgenPress – “Il verbo del decreto di ieri non è respingere, non è affrontare in via emergenziale. È apparire. Sul tema immigrazione, questo Governo ha un unico obiettivo: apparire. Apparire capace di respingere”.
Così il presidente di Italia Viva Matteo Renzi, intervenendo alla conferenza organizzata da Fondazione Oasis ‘Cambiare rotta. I migranti e l’Europa’, in corso all’Università Cattolica di Milano.
“È il governo che ha parlato di blocco navale e fisiologicamente i migranti sono raddoppiati. Le parole della campagna elettorale di Meloni e Salvini sono parole che non appartengono al linguaggio di dignità della politica. Questi temi oggi sono stati rimossi e fortunatamente Meloni ha cambiato vocabolario”. Renzi ha poi aggiunto che “l’apparenza è nemica della realtà. La realtà ci dice dei numeri che nessuno ha il coraggio di affrontare. L’unico blocco navale in questo Paese lo ha fatto la sinistra con Napolitano e Prodi nel 1997”.
“Meloni a parole dice cose giuste, ‘l’Europa se ne occupi’, ma poi c’è il piccolo problema che è a capo del partito che non ci vuole aiutare. Allora se lei vuole chiedere una mano in Europa, si faccia un selfie perché è il suo partito quello che dice no”.
“L’Europa è stata coinvolta nel 2015 quando ci fu l’operazione Sophia, che è stata distrutta da Conte e Salvini nel 2018. Quella era un’operazione europea, poi è chiaro che serve di più dall’Europa. Ma chi è contro l’aiuto europeo? Essenzialmente ungheresi e polacchi. Chi sono ungheresi e polacchi? Sono gli alleati di Giorgia Meloni”.
“Quando trovi una persona in mare, se sei italiano la salvi. Se sei italiano fai prevalere sempre l’aspetto dell’umanità, che tu sia di destra o di sinistra. Noi siamo così da duemila anni, abbiamo duemila anni di civiltà e io sono orgoglioso di questo”.
“Poi c’è il tema di come gestire l’immigrazione. Io penso che la soluzione migliore, l’unica che veramente funzioni sia quella della legalità, cioè mandare queste persone a lavorare. Perché se tu le lasci in stazione centrale a Milano, senza un permesso, senza una possibilità di lavoro, senza un controllo, è chiaro che diventano un fattore di insicurezza. La sicurezza – ha concluso – si fa con il lavoro e non con i decreti fuffa di Salvini”.