AgenPress – La Russia sta perseguendo mezzi legali, incluso ottenere rappresentanza da studi legali internazionali, per ostacolare gli sforzi degli Stati Uniti e dei suoi alleati volti a sequestrare i beni russi congelati. E’ quanto riporta il sito Bloomberg il 12 gennaio, citando fonti anonime.
Dall’inizio dell’invasione su vasta scala, i paesi occidentali hanno immobilizzato circa 300 miliardi di dollari del patrimonio della Banca Centrale russa. Washington, Bruxelles e Kiev discutono da tempo sulle modalità legali per convogliare questi fondi verso gli sforzi di ricostruzione dell’Ucraina.
Bloomberg ha riferito il 10 gennaio, citando i documenti ottenuti, che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sostiene una legislazione che consentirebbe la confisca di alcuni fondi russi congelati e il loro incanalamento verso l’Ucraina.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha risposto al rapporto, descrivendo il potenziale sequestro di beni come “illegale” e un’azione che avrà “profonde conseguenze”.
Le autorità russe credono ancora che il sequestro dei fondi sia in definitiva improbabile, ma fonti affermano che la Banca Centrale russa ha comunque preso accordi con studi legali internazionali nel caso in cui la questione finisse in tribunale.
Non è chiaro dove si svolgerebbe una simile battaglia legale nel caso in cui i fondi venissero effettivamente sequestrati.
Un analista giuridico russo ha detto a Bloomberg che alcuni dei possibili fori potrebbero essere la Corte internazionale di giustizia dell’Aia, la corte distrettuale statunitense per il distretto meridionale di New York (una delle corti federali più influenti del paese), o quella dell’UE. Corte di Giustizia di Lussemburgo.
L’analista ha affermato che qualsiasi tentativo di confiscare i beni si tradurrebbe in dispute legali che potrebbero durare per anni, nonché nella confisca dei beni occidentali situati in Russia.