Intervento di Mattarella in occasione della consegna della Chiave della città di Abidjan

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AgenPress. Desidero porgere un saluto rispettoso ai Capi tradizionali e ai rappresentanti delle principali fedi praticate in Costa d’Avorio, qui presenti.

È un onore ricevere oggi la Chiave della città di Abidjan, nell’ambito di una cerimonia che conferma appieno la cultura dell’ospitalità di questa terra.

Si tratta di un gesto di grande riguardo rivolto nei confronti della Repubblica che rappresento e che, se mi permettete, investe anche i cittadini italiani che hanno trovato qui accoglienza e hanno potuto contribuire allo sviluppo di questa città e di questo grande Paese.

Desidero esprimere ai rappresentanti dei Capi tradizionali profonda riconoscenza per avermi dato la possibilità di prendere parte a un evento di così alta portata.

L’onore che mi viene conferito riveste, personalmente, per me, un significato ancora maggiore, perché ho sempre conservato un ricordo molto caro di Abidjan da quando, da giovane professore di diritto, tanti anni fa, negli anni settanta, visitai Abidjan per prendere parte a una conferenza internazionale di scienze amministrative

Sin dall’indipendenza, la Costa d’Avorio è sempre stato un Paese proiettato verso la modernità, nella consapevolezza delle sue forti e profonde radici culturali e storiche.

Proprio la capacità di coniugare questi due aspetti – modernità e tradizione – rappresenta una delle chiavi della stabilità e del progresso di questo Paese.

Perché, come recita un saggio proverbio africano, “quando le radici sono profonde, non c’è ragione di temere il vento”.

Signor Ministro Governatore,

i legami tra Abidjan e l’Italia sono molteplici e risalgono nel tempo, in particolare ai decenni successivi all’indipendenza.

Sono lieto che numerosi architetti e ingegneri italiani di grande rilievo abbiano potuto recare il proprio talento allo sviluppo architettonico e urbanistico di Abidjan.

Penso, fra le altre realizzazioni, alla “Pyramide”, iconico edificio brutalista concepito da Rinaldi e Morandi; alle numerose opere realizzate negli anni settanta dallo studio Nervi, fra cui spiccano i grattacieli della sede della Banca Africana di Sviluppo.

Signor Ministro Governatore,

l’appellativo di “Perla della laguna”, con cui Abidjan è conosciuta, è senza dubbio meritato per il fascino che la città esercita su chiunque le si accosti.

Crocevia culturale e artistico di tutto il continente e, soprattutto, dell’Africa occidentale, Abidjan ha saputo farne una leva del proprio sviluppo e della propria identità, legando anche il suo nome a prese di posizione di grande civiltà, come quella maturata quasi dieci anni or sono, della “Dichiarazione per porre fine alla apolidia”, assunta d’intesa con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e con l’ECOWAS, la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale.

Oggi ammiriamo Abidjan anche per il suo carattere di grande metropoli africana fortemente dinamica, proiettata verso il futuro e impegnata ad affrontare le trasformazioni indotte dai tempi contemporanei. Cuore produttivo e commerciale della Costa d’Avorio, Abidjan è uno dei poli economici del Continente africano.

L’ulteriore approfondimento del processo di integrazione panafricano, con riferimento particolare all’area di libero scambio del continente, apre nuove e promettenti prospettive per la Città di Abidjan e per la Costa d’Avorio.

In questo percorso, potrete sempre contare sull’amicizia e il sostegno della Repubblica Italiana e delle numerose realtà che, nel mio Paese, guardano con crescente interesse allo sviluppo di partenariati con la Costa d’Avorio.

Signor Ministro Governatore,

la Chiave che mi è stata consegnata assieme alle insegne dell’autorità tradizionale rappresentano il simbolo del rinnovarsi dell’amicizia che lega Abidjan, la Costa d’Avorio e l’Italia e un pegno per i nostri futuri rapporti.

Alla Città e, tramite la Sua persona, a tutti i cittadini di Abidjan, rivolgo il saluto più caloroso.

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