AgenPress – “Caro Presidente, caro fratello Vincenzo De Luca, la sua ironia nei confronti di un povero prete dell’ area nord di Napoli, la stessa della quale lei ebbe a dire:” A Caivano lo Stato non c’è. Stop” mi ha tanto addolorato. Se era questo che voleva, c’è riuscito. Non mi permetto – non ne sarei capace e non credo di averne il diritto – di risponderle per le rime”.
Commenta così don Maurizio Patriciello le parole del governatore della Campania, che ieri lo aveva definito “il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta”.
A che servirebbe? Le ferite vanno lenite non procurate. Penso, però, in piena coscienza, di non meritare le offese del tutto gratuite del presidente della mia regione. Che dirle? Alle offese e alle minacce – larvate o meno – ci sono abituato da tempo. Non a caso, da due anni vivo sotto scorta. Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei. Fa niente. Offro al Signore anche questa mortificazione. Sono un prete, non dimentico mai che “ se il chicco di grano caduto in terra non muore, la spiga non nasce”. La saluto, Presidente. Penso che da domani bulli e camorristi inizieranno a prendermi in giro gridandomi alle spalle: “ Sta passando Pippo Baudo”.
“Una pugnalata al cuore”, dice ancora don Patriciello. “Ieri dopo una giornata di lavoro sono arrivato a casa veramente stanco, solo con il desiderio di riposare un poco e leggere qualcosa in santa pace – spiega -.. Ho letto queste notizie sui social e ho avvertito come una pugnalata al cuore. Se mi avesse insultato un nemico lo capirei. Io sono sotto scorta perché il nemico mi vuole male, mi vuole mettere a tacere, la camorra ha messo una bomba fuori alla mia chiesa, il mio operato dà fastidio ma io annuncio solo il Vangelo che è dignità, libertà, solidarietà, ma anche denuncia del male”.