Roma. Scavi sotto la Casa del Jazz per trovare il corpo del magistrato Paolo Adinolfi: “una svolta nel giallo di 31 anni”

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AgenPress. A Roma è iniziata un’operazione di scavo e ricerca sotto la Casa del Jazz, in via Cristoforo Colombo, nell’ambito delle indagini sulla scomparsa del magistrato Paolo Adinolfi, scomparso il 2 luglio 1994. L’ipotesi investigativa: i resti del giudice potrebbero essere sepolti in quella zona.

Paolo Adinolfi era un magistrato della sezione fallimentare del Tribunale di Roma e, da poco, assegnato alla IV sezione civile della Corte d’Appello. Il 2 luglio 1994 uscì di casa  ma non fece più ritorno. La sua auto venne ritrovata al Villaggio Olimpico.
Negli anni le ipotesi hanno toccato la pista della malavita romana e delle connessioni con fallimenti societari complessi.

La scelta del luogo non è casuale: la Casa del Jazz è stata realizzata – dopo il sequestro e la confisca – su un immobile che fino agli anni ’90 era proprietà di Enrico Nicoletti, considerato il cassiere della Banda della Magliana.
Secondo le ricostruzioni, nell’ambito delle indagini era emersa l’ipotesi che il corpo di Adinolfi potesse trovarsi in una proprietà legata a Nicoletti.

Le autorità (polizia, carabinieri, squadre speciali, cani molecolari) sono al lavoro dalla mattina. L’operazione è stata decisa dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica su richiesta dell’ex-giudice Guglielmo Muntoni. Non è stato ufficialmente rivelato quale elemento nuovo abbia spinto questa fase di ricerca.

Sono numerosi gli elementi che rendono inquietante e complessa la vicenda: Adinolfi aveva trattato casi legati ai fallimenti della Fiscom e della Ambra Assicurazioni, con potenziali intrecci tra finanza, malavita e “servizi deviati”. Testimonianze contrastanti: una persona affermò di averlo visto su un autobus, benché fosse uscito in automobile. L’indagine era stata archiviata, ma la famiglia non ha mai creduto all’allontanamento volontario o al suicidio.

Se le ricerche dovessero confermare che i resti del magistrato si trovano effettivamente in quel sito, si aprirebbe una fase nuova per il caso: potrebbe risolversi uno dei più oscuri misteri della giustizia italiana degli ultimi decenni. Verrebbero messe in luce nuove responsabilità e connessioni tra istituzioni e criminalità organizzata. Per la famiglia Adinolfi – la moglie Nicoletta e i figli Giovanna e Lorenzo – equivarrebbe a un momento di verità e di chiusura di un lungo calvario.

Non è al momento confermato che sia effettivamente trovato il corpo o che vi siano prove certe della presenza in quel sito. Le operazioni sono in corso e gli sviluppi verranno resi noti via via dalle autorità competenti.  Anche se il bene è diventato un simbolo di riuso sociale la Casa del Jazz – con la sua storia di bene sequestrato restituito alla collettività.

Dopo 31 anni, il caso Paolo Adinolfi sembra entrare in una nuova fase decisiva. Le indagini che ruotano attorno alla Casa del Jazz potrebbero scardinare silenzi e complicità, riportando alla luce una vicenda che ha segnato la storia della magistratura romana e del crimine organizzato. Resta da attendere con cautela: la scoperta, se confermata, non sarà solo un fatto di cronaca, ma uno snodo simbolico per la verità e per la memoria.

 

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