Agenpress. Secondo l’ultimo studio della rete Eurydice “Teaching Careers in Europe: access, progression ad support” del 2013, in gran parte dei paesi dell’UE alla definizione della progressione della carriera concorrono diversi fattori tra i quali un rilevante peso hanno l’assunzione di incarichi aggiuntivi con ulteriori responsabilità, la formazione professionale continua, l’esperienza nel servizio.
Di norma, ai docenti vengono attribuite indennità integrative allo stipendio determinate a livello nazionale, regionale o misto con certezza di prospettive di carriera: si tratta di “incentivi” per incoraggiare i docenti ad assumere responsabilità ed incarichi, a svolgere lavoro straordinario, ad accogliere favorevolmente proposte di azioni formative professionali.
Gli incarichi aggiuntivi sono riconosciuti in gran parte dei paesi europei e soltanto in 3 (tra cui l’Italia) sono considerati esclusivamente a livello di contrattazione di istituto; in questi ultimi – basati su una struttura di carriera piatta – sono previsti soltanto modestissimi incentivi economici determinati e contrattati a livello di istituzione scolastica.
E’ noto, infatti, che in Italia un docente che svolge la sua attività ai sensi dell’art. 28 del CCNL 2016/2018, ha diritto alla stessa progressione di carriera di un docente che svolge per un intero anno anche funzioni aggiuntive nella gestione, nella sicurezza (si pensi ai Collaboratori individuati ai sensi del comma 5 dell’art. 24 del D. Lgs 165/2001), nell’organizzazione e nella didattica (si pensi alle FF.SS., ai Coordinatori di dipartimento, ai referenti, agli animatori digitali, ai Coordinatori del sostegno) per un monte ore certamente superiore a quello contrattuale.
Siamo di fronte ad una irragionevole ed ingiustificata discriminazione professionale per la quale i Ministri competenti e le OO.SS. devono trovare soluzione già a partire dal prossimo rinnovo contrattuale.
ANCODIS – dal suo punto di vista – propone che nel prossimo CCNL si passi da una struttura di carriera piatta (fondata esclusivamente sugli anni di servizio), non corrispondente all’attuale realtà scolastica alla struttura di carriera integrata con la previsione di figure di sistema (quadri intermedi o middle management) che tenga conto di:
- intensificazione del lavoro per gli incarichi aggiuntivi;
- formazione specifica certificata;
- esperienza professionale;
- diversificazione dell’orario di lavoro (didattico obbligatorio ed integrativo per gli incarichi);
- anzianità (docenza ed incarico);
- valutazione professionale.
In questo modo il sistema di governo delle Istituzioni scolastiche lascerà il gruppo dei “pochi” per entrare a pieno titolo in ….. Europa!