AgenPress. Il comandante generale della GdF, Giuseppe Zafarana ha proprio oggi segnalato pubblicamente l’emergenza usura, indicando come “raddoppiato” tra marzo e agosto il valore dei proventi usurari sequestrati. “E’ una medaglia a due facce – afferma Maricetta Tirrito, portavoce del Cogi, Comitato collaboratori di Giustizia – perché se da un lato testimonia come il lavoro delle forze dell’ordine sia costante, efficace e penetrante, dall’altra testimonia come l’usura sia nuovamente tornata ad essere un asset importante per la criminalità organizzata.
Il periodo della pandemia, con il lock-down che ha bloccato le imprese, e le promesse mancate del governo in carica (basti ricordare che ci sono lavoratori che ancora oggi non hanno visto un solo euro della cassa integrazione di marzo) hanno creato condizioni di povertà nuove e mai viste. E mentre lo Stato si muoveva per annunci c’è chi, soprattutto lungo la fascia del litorale romano, ne ha approfittato per avvicinare imprenditori in difficoltà offrendogli quella presunta soluzione alternativa che altro non è che un cappio al collo: il prestito ad usura.
Nei momenti di difficoltà non si è lucidi, e le vittime oneste di questo meccanismo criminale spesso non si rendono bene conto del guaio nel quale si stanno cacciando, avendo lo spettro del fallimento davanti agli occhi.
Ecco perché l’allarme del comandante delle Fiamme Gialle va preso molto sul serio. Le forze di polizia possono intervenire sui reati, ma non sulle cause che forniscono il terreno sul quale commetterli. Quello è un compito che spetta alla politica. Oggi più che mai – conclude Tirrito – c’è bisogno di recuperare il senso dello Stato, ma per farlo non servono le solite promesse bensì atti concreti.