Bisogna riunificare il Paese partendo dalla scuola, dalle università, dalla ricerca e dalla banda larga, ma nessun patto per l’Italia è possibile se il sistema produttivo privato non torna a concepire il Mezzogiorno come la sua nuova frontiera di investimenti per una crescita dimensionale favorita dalla fiscalità di vantaggio, dal miglioramento ambientale e dalla de-globalizzazione in atto causa Covid-19. Ha ragione Conte: o l’Italia cresce insieme o neanche il Nord crescerà in modo sostenuto
AgenPress. Nessun patto per l’Italia è possibile se non si comprende che il primo problema competitivo italiano è il suo Mezzogiorno. Nessun patto per l’Italia è possibile se non ci si rende conto che la priorità assoluta del Paese sono gli investimenti di sviluppo immateriali e materiali nelle regioni meridionali e una macchina pubblica centrale snella capace di attuare in pochi anni questi interventi scrivendo e realizzando nei tempi prestabiliti il cronoprogramma concordato con l’Europa.
Partendo dalla scuola, dalle università, dalla ricerca e dalla banda larga che sono gli elementi di un tutt’uno e vanno coniugati coerentemente in un investimento di innovazione di lungo termine in capitale umano.
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