L’opinione di Roberto Napoletano. Il patto per l’Italia si chiama Sud

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Bisogna riunificare il Paese partendo dalla scuola, dalle università, dalla ricerca e dalla banda larga, ma nessun patto per l’Italia è possibile se il sistema produttivo privato non torna a concepire il Mezzogiorno come la sua nuova frontiera di investimenti per una crescita dimensionale favorita dalla fiscalità di vantaggio, dal miglioramento ambientale e dalla de-globalizzazione in atto causa Covid-19. Ha ragione Conte: o l’Italia cresce insieme o neanche il Nord crescerà in modo sostenuto


AgenPress. Nessun patto per l’Italia è possibile se non si comprende che il primo problema competitivo italiano è il suo Mezzogiorno. Nessun patto per l’Italia è possibile se non ci si rende conto che la priorità assoluta del Paese sono gli investimenti di sviluppo immateriali e materiali nelle regioni meridionali e una macchina pubblica centrale snella capace di attuare in pochi anni questi interventi scrivendo e realizzando nei tempi prestabiliti il cronoprogramma concordato con l’Europa.

Partendo dalla scuola, dalle università, dalla ricerca e dalla banda larga che sono gli elementi di un tutt’uno e vanno coniugati coerentemente in un investimento di innovazione di lungo termine in capitale umano.

Per leggere la versione integrale dell’editoriale del direttore Roberto Napoletano clicca qui:

 

https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/gli-editoriali/2020/09/29/leditoriale-di-roberto-napoletano-laltravoce-dellitalia-il-patto-per-litalia-si-chiama-sud/

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