AgenPress. Colpisce ancora la pandemia in diverse zone del nostro Paese e si rafforzano così le misure di contrasto sul territorio.
Nella regione Lombardia il presidente Attilio Fontana ha istituito “zone arancioni rafforzate” in tutta la provincia di Brescia ed in otto comuni del Bergamasco e del Cremonese. Nel contempo l’assessore regionale al welfare, Letizia Moratti, ipotizza una rimodulazione della strategia vaccinale dando priorità alle zone più colpite.
Anche nella regione Veneto si ravvisa una recrudescenza della pandemia, mentre nella regione Lazio sono state istituite la zona rossa nel comune di Torrice, in Ciociaria, per la variante inglese.
Comunque in vista dell’elaborazione del Dpcm del 5 marzo, che rinnoverà le misure di contrasto alla pandemia, si lavora anche per migliorare l’impostazione delle misure restrittive ancora da adottare.
“Aprire ristoranti a cena dove si può”, afferma Il presidente della Conferenza delle Regioni e della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: “dove le cose vanno in maniera migliore si puo’ provare a dare un po’ di ossigeno, dove ci sono meno rischi, a queste attività”, introducendo così qualche elemento di flessibilità per alcune categorie.
Bonaccini fa sua anche la proposta del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini per riaprire dove possibile cinema e teatri e aggiunge piscine e palestre, magari “a livello individuale, non con le aggregazioni”. Infine al Governo si chiedono “ristori superiori e che arrivino subito”.
L’assessore regionale al Turismo e Commercio della regione Emilia-Romagna, Andrea Corsini, conferma: “pensare alla maggiore riapertura in zona gialla di bar e ristoranti, piscine e palestre, luoghi della cultura, anche rivedendo i protocolli di sicurezza”, dove le condizioni epidemiologiche lo consentano.
Quindi Corsini spiega: “aperture serali e non solo a mezzogiorno nella ristorazione, lezioni individuali nelle palestre e frequenza ancor più contingentata nelle piscine, lo stesso nei contenitori culturali e luoghi di spettacolo”.
Per il presidente della regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti: “salute e lavoro non devono più essere contrapposti. Combattiamo il virus, ma non dimentichiamoci degli effetti sulla nostra economia”. Toti quindi aggiunge che “se chiediamo un sacrificio alle nostre attività dobbiamo garantire ristori, non più puntuali, che è il minimo che un governo possa fare, ma mirati al futuro. Investiamo sulle nostre imprese, come ha fatto mezzo mondo, dando i soldi perché possano tenere i loro lavoratori”.
Mentre il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha incontrato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Gelmini, sottolineando i problemi economici e gestionali della pandemia: “se non ci verrà riconosciuta la flessibilità della spesa sanitaria chiuderemo in deficit i bilanci delle Asl. Così come, se il governo non compenserà alle Regioni le minori entrate con le maggiori spese non potremo erogare i servizi essenziali”.
Pertanto Marsilio spiega di aver “chiesto flessibilità sulla spesa sanitaria, di poter spendere quanto ricevuto nel 2020, e di inserire questa richiesta nel testo del decreto legge – aggiunge Marsilio – La ministra mi ha rassicurato spiegando che è in contatto con la conferenza delle Regioni e ha raccolto il mio appello”.
Infine la Commissione europea sostiene che bisogna rivedere le prescrizioni in merito agli spostamenti in ambito comunitario. Sono in particolare oggetto del richiamo: Germania, Belgio, Ungheria, Finlandia, Danimarca e Svezia.
L’Ue richiama gli Stati membri a tornare ad un approccio coordinato sulla libertà di movimento delle persone e delle merci: “abbiamo inviato una lettera a sei Stati membri sul divieto di ingresso e uscita dal Paese, perché sono andati troppo oltre”, in quanto possono scoraggiare i viaggi ma non “vietarli”, afferma il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders.