AgenPress – La Cina stima per il 2021 un Pil in crescita di “oltre il 6%” in un contesto inflattivo “intorno al 3%”. E’ quanto si legge nella relazione del premier Li Keqian messa a punto in occasione dell’apertura dei lavori annuali del Congresso nazionale del popolo, il ramo legislativo del parlamento cinese. I piani previsti dal governo includono anche la creazione di più di 11 milioni di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane, dove la disoccupazione è vista intorno al 5,5%.
Dopo il +2,3% di crescita del 2020, la Cina mira a un forte rimbalzo dopo la crisi della pandemia del Covid-19, puntando nel 2021 a un’espansione di oltre il 6% annuo con maggiori sforzi su riforme, innovazione e sviluppo di alta qualità. Il governo prevede un deficit di bilancio del 3,2% sul Prodotto interno lordo, ha aggiunto Lee nel suo intervento, un equilibrio di base della bilancia dei pagamenti, una solida crescita dei redditi e un forte aumento sia dei volumi sia della qualità delle importazioni.
L’economia cinese è stata l’unica grande al mondo ad espandersi lo scorso anno, aiutata dalle iniezioni di liquidità della banca centrale per sostenere le imprese, dalla spesa fiscale extra per le infrastrutture e dal rapido controllo dei focolai di coronavirus a livello nazionale. Secondo le proiezioni di diverse banche d’affari, tra cui Nomura, la crisi del nuovo coronavirus ha messo Pechino nelle condizioni di superare gli Usa in anticipo, entro il 2028, due anni prima del previsto. Il Fmi ha stimato, nelle sue ultime previsioni di gennaio, una crescita della Cina per il 2021 dell’8,1%.