AgenPress. Antonio Misiani, senatore e responsabile economico del PD, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul Recovery plan. “E’ un’occasione imperdibile per modernizzare il Paese –ha affermato Misiani-. L’Italia può recuperare non solo ciò che abbiamo perso in quest’anno disastroso, ma può superare 20 anni di stagnazione. Non basta scrivere un piano fatto bene, bisogna spenderli questi soldi, quindi bisogna velocizzare le modalità di attuazione. Sarebbe utile se il dibattito si concentrasse un piano da cui dipendono i prossimi 20 anni dell’Italia, non i prossimi due mesi. Salvini? Vedo difficile che uno che ha detto fino a ieri che uscirebbe dall’Europa si prenda il merito di questo piano. Adesso sull’Europa ha cambiato idea e va bene così. Recovery uguale a quello del governo Conte? Il tempo è sempre galantuomo, non è che il governo di prima fosse composto da pippe e quello attuale da geni assoluti. Il piano non cambia moltissimo rispetto a quello precedente, anche perché quello precedente era stato fatto in linea con gli obiettivi indicati dall’UE. Il governo Draghi rispetto al precedente può costruire una governance e delle regole semplificate che consentano davvero di spendere questi soldi”.
Sugli obiettivi principale. “Digitalizzazione vuol dire che porteremo la fibra ovunque, rivolteremo la PA come un calzino, transizione ecologica vuol dire che potremo fare migliaia di scuole rendendole più sostenibili e anche più belle, vuol dire acquistare nuovi autobus, fare nuove metropolitane, ferrovie ad alta velocità”.
Sulle riaperture. “Il Pd è per riaprire, però in sicurezza e in modo irreversibile. Possiamo anche abolire il coprifuoco domattina, ma se poi i contagi ripartono e dobbiamo richiudere sarebbe un disastro per tutti. Quindi riapriamo con prudenza e diamo sostegno alle imprese più in difficoltà. Si dimenticano tutti di dire che in Gran Bretagna, dove sono molto più avanti di noi sulle vaccinazioni, ancora sono chiusi cinema e teatri e bar e ristoranti possono lavorare solo all’aperto nonostante il clima più rigido del nostro. Noi dobbiamo iniziare a riaprire gradualmente e dire ai cittadini che c’è un calendario di riaperture. Mi fa riflettere un Paese in cui muoiono 300-400 persone al giorno e la cosa è considerata assolutamente normale”.
Sui sostegni. “C’è malcontento perché a fronte di uno scostamento, anche consistente, gli aventi diritto sono molti di più perché la platea si è molto allargata. Per questo serve un nuovo scostamento con una nuova tornata di ristori, oltre ad un’operazione di taglio sui costi fissi. E’ assolutamente ingiusto che si chieda la Tari ad un ristoratore che ha il ristorante chiuso, così come l’Imu ad alberghi chiusi”.